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SANTA MARINELLA – E due. Il delegato del Comune di Santa Marinella, Gino Vinaccia, per la seconda volta “attenzionato” dall’Inps in maniera a dir poco controversa.
Vinaccia, come è noto ai più, è stato sottoposto a gennaio ad un importante intervento chirurgico che gli ha generato delle complicanze costringendolo da mesi ad una lunga degenza tra ricoveri, una seconda operazione e necessarie riabilitazioni.
Una situazione che lo ha costretto, suo malgrado, ad una prolungata assenza dal lavoro. In qualità di dipendente pubblico presso un ente di Roma, Gino Vinaccia ha presentato, attraverso il suo medico di famiglia, tutta la documentazione per attestare il suo stato di salute precario. Ciò nonostante, all’Inps non sarebbero bastati i certificati del dottore con i quali venivano attestati i giorni di malattia e le relative cause, e così sono scattate le visite fiscali.
Se la prima ha lasciato perplessi, rappresentando un raro paradosso, la seconda, ancora peggio, mette in risalto tutte le falle di un sistema poco efficiente.
Ma andiamo per gradi.
LA PRIMA VISITA FISCALE IN CLINICA
Dopo il primo intervento del 17 gennaio, Vinaccia viene ricoverato di nuovo per altre due volte a seguito di complicanze sopraggiunte per via dell’intervento; viene poi sottoposto ad una seconda importante operazione presso l’ospedale Israelitico (è il 7 maggio), e da lì trasferito due giorni dopo a Villa Ardeatina per essere sottoposto alla fisioterapia riabilitativa con una prognosi di 60 giorni, salvo complicazioni.
Fin qui nulla di strano, se non fosse che Vinaccia si vede arrivare la visita fiscale proprio a Villa Ardeatina. Sì abbiamo capito bene, nella struttura dove Vinaccia era ricoverato. «Mentre ero nella mia stanza, in quel momento senza busto per aver fatto la seconda seduta di fisioterapia - racconta Vinacccia - intorno alle 17,45 del 4 giugno ho ricevuto la visita del medico incaricato dall’Inps». Il dottore ha controllato la cartella di dimissioni dall’ospedale Israelitico, la documentazione d’ingresso a Villa Ardeatina nella quale erano specificati la malattia; il fatto che da due mesi non poteva muoversi; il fatto che era sottoposto a farmaci; e che era stato sottoposto ad intervento chirurgico.
In genere, giova ricordarlo, la visita fiscale viene effettuata nel domicilio del lavoratore per accertare che un dipendente sia effettivamente impossibilitato a recarsi al lavoro. In uno stato di ricovero, pertanto, non dovrebbero esserci dubbi. Tant’è.
LA SECONDA VISITA IN CLINICA MA LUI ERA IN MALATTIA A CASA
Intanto Vinaccia, coperto da certificato di malattia fino al 30 giugno prima ( e fino al 14 luglio oggi), viene dimesso da villa Ardeatina e si trova nella sua abitazione a Santa Marinella. Non potendo muoversi, viene spesso raggiunto dai suoi collaboratori. Ed è quello che è accaduto anche la mattina del 3 luglio. Quello stesso giorno, scopre che alle 11,45 sarebbe stato raggiunto dalla visita fiscale e che sarebbe risultato irreperibile. “Impossibile – commenta Vinaccia – perché io ero a casa e con me c’erano i miei collaboratori”. Sono bastati pochi altri riscontri per scoprire che la visita fiscale era stata inviata a Villa Ardeatina. «L’assurdo – spiega Vinaccia - sta nel fatto che io sono stato dimesso da Villa Ardeatina il 18 giugno e che il 20 giugno ho comunicato regolarmente presso il portale dell’Inps che ero stato dimesso e che mi trovavo presso il mio domicilio a Santa Marinella».


Probabile che la segretaria del medico, nel prolungare il certificato di malattia dal 1 al 14 luglio, abbia trasmesso l’indirizzo di rifermento di Villa Ardeatina, inducendo forse l’Inps in errore, posto però che la vicenda racconta di una doppia visita fiscale nel giro di un mese.
Insomma, oltre la malattia, pure la beffa di dover navigare tra un mare di scartoffie e comunicazioni per uscire da questa ingarbugliata vicenda.
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