CIVITAVECCHIA – Il Comune di Civitavecchia apprende con stupore e profonda preoccupazione della decisione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che ha pubblicato la VIA che autorizza il progetto del porto turistico–crocieristico privato a Isola Sacra, nel Comune di Fiumicino. Un provvedimento che, secondo Palazzo del Pincio, disattende le osservazioni avanzate negli ultimi mesi da comitati, associazioni e cittadini, i quali hanno evidenziato criticità ambientali pesantissime, tutt’altro che marginali.

«Le segnalazioni provenienti dai comitati parlano chiaro – spiegano dall’amministrazione comunale - l’opera insiste su un tratto di costa estremamente fragile, con effetti potenzialmente dirompenti sugli equilibri della foce del Tevere, sulle correnti, sull’erosione costiera e sulla tenuta complessiva dell’ecosistema. Preoccupazioni documentate e puntuali, che avrebbero richiesto un supplemento di cautela, non un’accelerazione procedurale».

Ma il tema ambientale è solo una parte del problema. «L’autorizzazione di un grande porto privato costituisce un precedente istituzionale gravissimo – hanno aggiunto - significa legittimare un modello in cui soggetti privati possono progettare infrastrutture di rilevanza nazionale in concorrenza diretta con quelle pubbliche, alterando gli equilibri che la legge e la pianificazione hanno costruito in decenni. Significa ammettere che logiche speculative possano prevalere sulle strategie di sviluppo coordinate del sistema portuale italiano. Significa, in sostanza, aprire la strada a una frammentazione che mette a rischio l’interesse generale e il ruolo delle Autorità di Sistema Portuale, cardine del modello pubblico definito dalla legge 84/94».

Ed è dentro questo scenario, e non prima, che va inquadrato l’impatto sul porto di Civitavecchia.

«Non si tratta di un normale confronto competitivo tra territori – hanno infatti rimarcato dall’amministrazione comunale - si tratta della scelta deliberata di creare una struttura privata a pochi chilometri dal principale scalo crocieristico pubblico del Paese, compromettendo investimenti, programmazione e prospettive di sviluppo portuale che da sempre rappresentano una risorsa strategica per Civitavecchia e per il Lazio. Un danno che non colpisce solo l’economia locale, ma la funzione stessa del porto pubblico come infrastruttura al servizio dell’interesse nazionale. Questa vicenda smentisce in modo inequivocabile anche la recentissima proposta — avanzata da alcuni — di istituire una nuova provincia “Porta d’Italia”, unendo Fiumicino e Civitavecchia in un unico ente territoriale. I fatti dimostrano l’esatto contrario di una struttura equilibrata e condivisa: la scelta del Mase rivela il rischio concreto che una simile provincia si trasformerebbe in una Provincia di Fiumicino, dove gli interessi privati e le dinamiche di un singolo territorio prevalgono su quelli del porto pubblico e della comunità civitavecchiese».

Per queste ragioni il Comune di Civitavecchia esprime la propria totale contrarietà al progetto e annuncia fin da ora ogni iniziativa istituzionale, politica e giuridica necessaria a tutelare il porto pubblico, il territorio e il principio fondamentale secondo cui le infrastrutture strategiche devono rimanere in mano pubblica e orientate al bene comune.