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CIVITAVECCHIA – Con il voto favorevole del Consiglio comunale, Civitavecchia compie un passo decisivo verso la realizzazione della nuova sede del Centro per l’Impiego. È stata infatti approvata la delibera che autorizza l’acquisizione dell’immobile di Viale della Vittoria 6 bis/6 ter, un intervento interamente finanziato con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nell’ambito della Missione 5 “Inclusione e Coesione” – Componente 1 “Politiche per il Lavoro”.
L’operazione, che prevede l’ingresso dell’immobile nel patrimonio comunale, consentirà di dotare la città di un centro moderno, accessibile e sostenibile, con una superficie complessiva di circa 320 metri quadrati. «Civitavecchia avrà finalmente una sede del Centro per l’Impiego in grado di offrire un’accoglienza dignitosa e servizi più efficaci a chi cerca lavoro o formazione – ha dichiarato il sindaco Marco Piendibene – è un segnale di attenzione verso l’inclusione e il sostegno alle politiche attive per l’occupazione».
Soddisfatto anche l’assessore al Lavoro, Piero Alessi, che ha parlato di «un risultato importante per l’Amministrazione, che contribuisce in modo concreto alla crescita sociale e occupazionale del territorio». Sulla stessa linea l’assessore Enzo D’Antò, che ha ricordato come «si tratti di un passo concreto per restituire al territorio un presidio fondamentale, realizzato grazie a un finanziamento PNRR che sarebbe andato perso senza il rispetto di tempi e procedure molto stringenti. Non sono mancati ostacoli – ha aggiunto – ma con impegno e collaborazione istituzionale siamo riusciti a portare a termine un procedimento importante, che valorizza l’utilizzo dei fondi europei per progetti utili e concreti».
Ma il via libera dell’aula non ha spento del tutto le polemiche. I consiglieri di opposizione, pur riconoscendo la positività dell’intervento, hanno sollevato perplessità sulla scelta dell’immobile e sulle modalità con cui si è arrivati alla decisione. Con una disponibilità economica di un milione e mezzo di euro da parte della Regione Lazio - hanno infatti spiegato in particolare i consiglieri Grasso, Mecozzi, Grossi e Giammusso, ci si sarebbe potuti attendere «una ricognizione più ampia o una riapertura del bando. Invece si sono messi paletti che hanno limitato la partecipazione, portando alla scelta di un locale che, sebbene rispetti i requisiti minimi, presenta spazi ridotti: dai 330 metri catastali si scende a 237 effettivi, con aree adibite ad archivio e servitù condominiali». I consiglieri hanno poi criticato «la chiusura dello Sportello Lavoro e la scarsa condivisione politica del percorso. La maggioranza ha voluto votare da sola questo atto, in fretta, senza approfondire in commissione le criticità emerse».



