Intelligenza emotiva, al via nella città dei papi il primo festival nazionale sul tema. Ieri mattina lo Spazio Attivo Lazio Innova di Valle Faul ha ospitato l’incontro inaugurale che ha visto la partecipazione di diverse scuole primarie della provincia e del liceo sportivo. Al centro della mattinata la questione del bullismo, argomento che i giovani studenti hanno approfondito insieme ai docenti e agli psicologi e psicoterapeuti Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli.

La giornata si è aperta intorno alle 9.30 con i saluti istituzionali degli assessori Alfonso Antoniozzi e Patrizia Notaristefano. «Ricordatevi che oggi è un giorno speciale per tutti voi, che siamo sicuri rappresenterà un piccolo bagaglio nella vostra esperienza di vita - ha detto Notaristefano rivolgendosi ai bambini e ragazzi in sala - Inoltre vi comunichiamo che da pochi giorni siete anche rappresentati in Comune, con l'insediamento del Consiglio comunale dei bambini e delle bambini».

Mariani ha proseguito il dibattito raccontando agli studenti che sempre più persone negli ultimi anni si recano in terapia riferendo di aver subito atti di bullismo nel corso della loro vita. «Su questo fenomeno ci sono tante versioni diverse e oggi insieme a voi vogliamo arrivare alla definizione precisa del concetto», ha aggiunto.

Di fronte alla domanda posta dallo psicologo e psicoterapeuta su cosa sia il bullismo, le risposte dei bambini sono state variegate e tutte molto significative: «Quando qualcuno dice cose brutte e un'altra persona oppure lo picchia», «Colpire chi è più debole», «Ferire»... Al termine della discussione i ragazzi sono giunti alla definizione della parola-chiave che riassume le motivazioni che si celano dietro a chi mette in pratica atti di bullismo: «La mancanza di empatia».

Insieme a Mariani e Schiralli gli studenti hanno riflettuto sull'importanza del «sentire cosa prova l’altro e soffrire insieme a lui». «L’empatia è qualcosa che fa parte di ciascuno di noi, ma alcuni ne hanno di più e altri di meno - ha affermato Mariani - per questo l’educazione che parte anche dalla scuola è fondamentale per sviluppare tale capacità».

Gli studenti sono stati poi chiamati sul palco per impersonare alcune scenette che rappresentassero la dinamica bullo - vittima e testimoni.