CIVITAVECCHIA – Non è ancora stato risolto il “pasticcio” combinato nell’ultimo consiglio comunale durante il quale ci si è dimenticati di votare l’immediata esecutività della delibera riguardante la modifica dell’assetto della composizione delle commissioni consiliari permanenti. La delibera, a quanto pare, avrà efficacia una volta trascorsi dieci giorni, al termine dei 15 giorni di pubblicazione sull’albo pretorio, quindi una manciata di giorni prima della fine del mese. A confermarlo il Ministero dell’Interno, rispondendo ad uno dei quesiti posti dalle varie amministrazioni sul suo sito. Una “dimenticanza” pagata cara dal consiglio, con le commissioni che non possono ancora andare a votare presidente e vicepresidente, con una macchina amministrativa rallentata, nel momento della ripartenza dopo diverse settimane dedicate alla campagna elettorale per le regionali. Pare quindi che avesse ancora unavolta ragione il consigliere comunale della Lega Pasquale Marino, secondo cui per l’efficacia dell’atto sarebbero serviti non 10 ma 25 giorni.

Lo stesso Marino che tra l’altro durante la stessa seduta di consiglio aveva anche posto delle questioni di legittimità, in particolare sul numero di componenti per gruppo consiliare - evidenziando la problematica legata alla fattispecie di un gruppo composto da 4 consiglieri di fatto non contemplato - lasciato senza risposte concrete e decise. Un modus operandi approssimativo che ha fatto dimenticare un passaggio fondamentale, con le commissioni che potrebbero però già nuovamente dover essere rivotate, se ci fossero nuovi ingressi e cambiamenti in consiglio. E non solo. Perché si vocifera di possibili rimpasti anche in giunta, dopo l’approvazione del bilancio e l’addio di Emanuela Mari alla Pucci.

«Prima bisognava aspettare le elezioni nazionali, poi bisognava aspettare le elezioni regionali, ora bisogna aspettare l'approvazione del bilancio - tuona il M5S - sono mesi che la macchina amministrativa è completamente ferma, gli assessori sono impegnati solo nella salvaguardia di se stessi ed i consiglieri non fanno altro che cercare nuovi equilibri per conquistare questa o quella poltrona».

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