CIVITAVECCHIA – Spesso, dei concittadini, conoscendo la mia attività di ricercatore, mi chiedono la data di qualche avvenimento di loro interesse. Alcuni mesi fa, una signora mi domandò la data di costruzione delle case dei ferrovieri in piazza Regina Margherita, nella zona del mercato.
In questi giorni, durante una ricerca sul mercato di Civitavecchia, ho pescato su internet il numero di ottobre 1913 della Rivista tecnica delle Ferrovie italiane in cui l’ingegnere Silvio Dore pubblicava l’articolo Le case economiche per i ferrovieri in Italia.
Nel 1905, venivano costituite le Ferrovie dello Stato, unendo le tre società che gestivano la rete nazionale. A capo della nuova società fu nominato l’ingegnere Riccardo Bianchi che, fra l’altro, si adoperò affinchè i suoi dipendenti e le loro famiglie godessero migliori condizioni di vita.
Con la legge n. 553 del 14 luglio 1907, le Ferrovie dello Stato furono autorizzate ad impiegare nella costruzione di case economiche per i ferrovieri una parte dei capitali degli istituti ferroviari di previdenza, fino al limite massimo di 30 milioni di lire.
A Civitavecchia, importante snodo ferroviario con una nutrita presenza di personale, i terreni per la costruzione delle nuove case destinate ai ferrovieri furono concessi gratuitamente dal Municipio.
Sul Messaggero del 20 dicembre 1908 leggiamo che “le case dei ferrovieri sorgeranno in tre punti: lungo la piazza Regina Margherita, alla Nona tra il palazzo Giri e Castagnola e dietro lo stabilimento termale, verso la via Alessandro Cialdi. Il Consiglio comunale approverà nella prossima seduta la domanda avanzata dall’amministrazione delle ferrovie per concessione di aree”.
Circa un mese dopo, il 25 gennaio 1909, sul quotidiano romano era pubblicato questo articolo:
“Il signor Castagno Giuseppe, a nome della Cooperativa per le case dei ferrovieri, ha ricevuto con regolare atto al Comune tutte le aree spettanti gli in virtù di deliberazione consigliare cedendo altresì i relativi prospetti e tipi.
Le ferrovie dello Stato a loro volta, vi costruiranno diversi fabbricati … La posa della prima pietra delle nuove case, delle quali la città sente tanto il bisogno, costituirà un grande avvenimento …”
Il 14 febbraio, leggiamo che il Consiglio comunale “approvò, ad unanimità, la domanda di concessione d’area fabbricabile per le case economiche dei ferrovieri con i relativi tipi e prospetti. Così si costruiranno sei grandiosi fabbricati, formanti complessivamente 200 appartamenti, in quattro punti della città: in via Paolo Vidau, piazza Regina Margherita, via Buonarroti e via Principe Umberto. Civitavecchia sarà la prima città che vedrà sorgere le case dei ferrovieri in considerazione delle importanti facilitazioni accordate dal municipio”. La prima però fu Roma.
Lo studio del progetto e la direzione dei lavori fu affidata all’ingegnere e architetto Carlo Pincherle, più noto per essere il padre dello scrittore Alberto Moravia. Si devono a Pincherle la costruzione di centinaia di villini nella zona di via Piemonte e di case per i ferrovieri in via Prenestina, a Roma.
La costruzione fu appaltata alla ditta civitavecchiese di Pietro Di Gennaro “in base a prezzi unitari a misura per le fondazioni e a metro cubo di fabbricato vuoto per pieno per la parte in elevazione”.
L’articolista descrive i fabbricati: “con altezze variabili, in relazione alla pendenza delle strade, da un minimo di m. 16,20 ad un massimo di 18,80, sono a 4 piani abitabili eccetto che verso la piazza ove il piano terreno è utilizzato per botteghe”.
In totale furono costruiti 124 appartamenti, 14 botteghe, sei delle quali con retrobottega, e 3 magazzini da affittare, il tutto diviso fra i tre fabbricati.
L’ingegnere Dore specifica anche la tipologia degli appartamenti: 21 formati da camera e cucina; 47 con due camere e cucina; 50 con tre camere e cucina; 6 con quattro camere e cucina. Per un totale di 413 vani. Tre appartamenti erano riservati ai portieri dei fabbricati.
I vani avevano (hanno) una superficie media di mq. 16,40; le botteghe e magazzini di mq. 40. Le cucine hanno i banconi col piano e le fronti rivestite con mattonelle smaltate di Napoli ed i lavandini di cemento. Le latrine sono con vasi di grès e con servizio di acqua.
La superficie coperta è di mq. 2700 e il costo complessivo dei tre fabbricati ammontò a lire 720.000. Il canone mensile di affitto per vano di abitazione era di lire 7,35 mentre quello delle botteghe era di lire 24. L’inizio degli affitti fu fissato al 1 giugno e al 1 agosto 1912.
I tre grandi fabbricati sorgono ancora lì dove furono costruiti, risparmiati dalle distruzioni belliche.