Don Ivan Leto*

Io sono la via, la verità e la vita. Sono le parole del Signore la notte della lavanda dei piedi e prima del suo arresto.

Sta per soffrire la più spaventosa delle passioni eppure Gesù ha premura di rassicurare i discepoli, premunendoli dinanzi alla fatica dovuta al suo ritorno al Padre e alla loro solitudine da Lui.

Sono le parole di Gesù per il suo discorso d'addio. Alcuni fatti dolorosi stanno per accadere: sta per lasciarli, Giuda prepara la sua cattura, si preannuncia il rinnegamento di Pietro. Le ultime parole riassumono tutto il mistero. Se ascoltiamo veramente, sentiremo parole di consolazione: "Non sia turbato il vostro cuore"; di speranza: "Nella casa del Padre mio vi sono molti posti"; parole di signoria: "Io sono la via, la verità e la vita"; parole di vocazione esigente: "Chi crede in me compirà le opere che io compio". Per accogliere queste parole occorre la fede: "Abbiate fede in Dio e in me". Il Signore Risorto non ha lasciato la sua Chiesa. La sua resurrezione non diminuisce, ma rafforza i suoi rapporti con la comunità dei credenti. Andando al Padre la sua presenza nella Chiesa sarà più intensa e i credenti potranno compiere le sue opere e anche di più grandi. "Non sia turbato il vostro cuore".

Il Padre vince la paura. Nella Scrittura la parola di Dio all'uomo "Non temere!", ricorre 366 volte esatte; ce n'è una per ogni giorno. Non si ha paura del Padre, altrimenti quello non è Dio. E di questo Padre si deve aver fede e a lui ci si affida. Gesù ha fiducia del Padre. Prima ancora di aver risuscitato Lazzaro, Gesù lo ringrazia - "ti rendo grazie perché mi hai ascoltato" - con fiducia assoluta – "Io sapevo che mi dai sempre ascolto". Oggi ripete: "il Padre, che rimane in me, compie le sue opere". Con la stessa fiducia faremo le stesse cose, anzi "più grandi di queste".

*Don Ivan Leto

sacerdote della Diocesi

Civitavecchia - Tarquinia