GIAMPIERO ROMITI

Qual è il bello di questa città ? Il saper risultare sempre sorprendente. Nel bene e nel male. Ossia: riuscire a regalare situazioni davvero interessanti (oltreché meritevoli di essere apprezzate a tutto tondo) e così paradossali da chiedersi come sia possibile che non riescano a scuotere una quotidianità sempre più piatta a suon di sdegno o di pacifiche ma partecipate contestazioni. Prendiamo quel che è accaduto negli ultimi quindici giorni del trascorso mese di febbraio. Non s’è fatto altro, sui media, che mettere in risalto le condizioni di degrado che affliggono due luoghi straordinariamente speciali quali la Frasca e la Ficoncella. Vengono descritti come il ricettacolo dei rifiuti per antonomasia e non solo: addirittura autentiche discariche a cielo aperto grazie (sic !), naturalmente, agli immancabili zozzoni che non sanno dove abiti il vivere civile. Ma quando si parla di Frasca e Ficoncella non ci si può fermare alle cataste di “monnezza”. Andare oltre, è obbligatorio. E chiedere ai nostri amministratori, che di bla bla bla sono capaci di rimpolpare pagine e pagne di giornali, perché mai non chiariscano una volta per tutte il motivo in base al quale due invidiabili progetti (di splendida splendente riqualificazione) giacciano assurdamente sotto una spessa coltre di polvere in qualche cassetto di scrivania dimenticata in chissà quale stanza di Palazzo del Pincio. Quanto ne è passato di tempo da quando proprio quei progetti sono stati presentati ? Tantissimo. Quanti soldi (pubblici) sono stati spesi per farli confezionare ? Non pochi. Ebbene la situazione è quella che è: la città, che già si sarebbe potuta trovare enormemente arricchita dai siti suindicati se questi avessero avuto modo di mostrarsi nel proprio (ritrovato) fulgore, al solito (questa la realtà, purtroppo) ha perso l’incredibile opportunità di far parlare di sé in termini esaltanti (proviamo ad immaginare quale e quanta sarebbe la forza attrattiva (turistica) di due spicchi di paradiso quali Frasca e Finconcella, esaltati dal maquillage da sogno griffato dall’architetto Enza Evangelista ).Non finisce qui per quel che concerne il già ricordato mese di Febbraio e proprio sul finire dello stesso è scoppiato il caso delle commissioni consiliari sollevato dal presidente Giancarlo Frascarelli. Tanto per riportare alla ribalta quanto accaduto e sintetizzare il tutto, è emerso che nell’anno del Signore 2023 di suddette commissioni se ne sono accumulate centoventi (120) ovvero una montagna che ha partorito solo e soltanto una quindicina di microscopici topolini pardon atti licenziati. La notizia, che detto fuori dai denti trattasi di una notiziona, stranamente (molto!!!) non ha avuto un grosso risalto, insomma è scivolata via quasi fosse la solita di routine che si perde tra le pieghe dell’indifferenza perché priva di significato. E invece, sarà bene sottolinearlo, si tratta di un episodio gravissimo poichè dimostra che chi viene scelto (dagli elettori) per varcare la soglia del massimo consesso istituzionale, una volta affondate le proprie chiappe sullo scranno più prestigioso della città, dimentica di colpo di assolvere ai propri doveri in maniera cristallina. Incredibile davvero e la domanda sorge spontanea: cos’è che ha impedito ai signori politici di portare a termine il lavoro per la bellezza di centocinque volte ? Ah, saperlo ! Domanda: se venissero resi noti i nomi dei consiglieri che si sono guardati bene da operare per il bene della collettività e i cittadini li ritrovassero il prossimo mese giugno ben impressi sulle schede elettorali, davvero qualcuno se la sentirebbe di (ri)assegnare loro il prestigioso incarico di impegnarsi in un ben retribuito dolce far nulla ? Ricapitolando, dunque, Frasca, Ficoncella e Commissioni Consiliari ai (dis)onori della cronaca nel mese di febbraio. E in questa prima decade di marzo cos’è successo ? Diciamo che non possiamo lamentarci, le notizie non sono mancate. Tre in particolare: una sfiziosissima ; un’altra ha fatto rumore data la portata del duro attacco del coordinatore di Forza Italia e già assessore ai Lavori Pubblici, Roberto D’Ottavio, all’attuale titolare dei LLPP Daniele Perello ; la terza coinvolge il vice sindaco Manuel Magliani e al riguardo c’è poco da stare allegri come vedremo. La prima notizia ? E’ apparsa sulla settimanale rubrica “Up&Down” (trc, 2 Marzo) e a chi è toccato salire in alto ? Al “progettista della darsena traghetti” perché “ha disegnato -questa la straordinaria e derisoria motivazione- banchine più corte rispetto alla lunghezza delle navi da ospitare”. Il “rivoluzionario” professionista che ha firmato un capolavoro del genere secondo la suddetta rubrica “deve entrare di diritto nel gotha dell’ingegneria italica, contendendo un ipotetico podio a Renzo Piano e a Pierluigi Nervi. La sua è stata un’intuizione geniale” (ibidem). Allora? C’è solo da ridere (per non piangere). La seconda notizia ? Riguarda la chiassosa sortita di D’Ottavio, che ha smentito clamorosamente quanto affermato da Perello circa l’enorme difficoltà, e peggio ancora l’impossibilità, di effettuare le manutenzioni per la totale mancanza di fondi europei. D’Ottavio, difatti, con dati impietosamente incontrovertibili alla mano ha dimostrato che, al contrario, sulla nostra città sono piovuti miliardi. “Ma di che cosa ha parlato Perello ? – ecco l’urlo a squarciagola del forzista – Come fa un assessore a non accorgersi che gli sono passati davanti un mare di euro ? La politica è una cosa seria, i cittadini prima di andare a votare a giugno spero che abbiano la cura di leggere i curricula di coloro che si candidano. Chi non è stato buono per se stesso difficilmente può esserlo per amministrare una città importante come Civitavecchia” (Trc, 3 Marzo). Commenti ? Non risulta che il foltocrinito Perello abbia accennato ad una pur timida replica, il che basta e avanza per presumere che sia stato colpito e affondato. In chiusura, a far strabuzzare gli occhi ci ha pensato un titolo tanto spietato quanto incredibilmente reale: “Minacce a Magliani, il vicesindaco si rivolge all’autorità giudiziaria” (Trc, 4 Marzo). Nel testo, chiarissimo in tutta la sua crudezza, si legge che “secondo indiscrezioni a minacciare sembra sia stato un membro del cda di Ambyenta Lazio, la società che aveva presentato il progetto per la realizzazione di un biodigestore a Monna Felicita. L’uomo avrebbe inviato dei messaggi sul cellulare di Magliani con intimidazioni, probabilmente conseguenza della delibera con la quale decadrà la concessione per un impianto di insediamento in zona industriale” (ibidem). In proposito durissima è risultata la reazione di Palazzo del Pincio che in una nota, secca e fin troppo esplicita, ha ribadito che: “sia chiaro che l’Amministrazione comunale non accetta alcun tipo di condizionamento, tanto più se portato avanti con modalità e tempi che sconfinano palesemente nell’illecito” (ibidem). Allora? Bene così. E ancor meglio che su Magliani si sia abbattuta una benefica pioggia di attestati di solidarietà sia da parte del mondo politico che dei cittadini. Attestati che si spera facciano capire ai cosiddetti poteri forti che Civitavecchia non è facile terra di conquista. Buon tutto a tutti.

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