PHOTO
CIVITAVECCHIA – Una sorpresa inaspettata. Un messaggio sul cellulare, arrivato di buon mattino dal professor Alessandro Simonicca, docente di discipline demoetnoantropologiche presso l'Università Sapienza di Roma, che l’ha seguita nel corso degli anni. «Sei tra le tracce dell’esame di maturità» la sostanza del messaggio inviato alla ricercatrice civitavecchiese Chiara Scardozzi, docente dal 2023 di Antropologia visuale e digitale all’Università di Bologna, che con passione e tenacia ha costruito un percorso di studi e ricerca di respiro internazionale. Tra i testi selezionati per l’indirizzo Scienze Umane figura infatti un suo saggio. L’estratto, tratto dal volume La pratica della ricerca antropologica (Carocci, 2024) a cura di Roberta Bonetti e Cristina Natali, si intitola "Oltre le parole: etnografia e ricerca visuale” e rappresenta, come sottolinea la SIAC – Società Italiana di Antropologia Culturale, un passaggio storico: per la prima volta in Italia l’antropologia culturale entra ufficialmente nell’Esame di Stato.
Chiara Scardozzi, che ha condotto ricerche sul campo per anni anche in Argentina, unendo lo studio all’amore per la fotografia e per l’indagine visuale, incarna il volto giovane e appassionato di una disciplina che oggi più che mai vuole parlare ai ragazzi. Il suo lavoro rappresenta non solo un riconoscimento importantissimo per lei, per i suoi studi e la sua passione, ma anche un segnale di come la scuola italiana si apra a nuovi sguardi critici sulla complessità culturale del mondo. «È stata davvero una sorpresa - ha confermato Scardozzi - non so bene quali siano i meccanismi per proporre una traccia piuttosto che un’altra, e quindi è ancora più sorprendente. Anche perché ci riferiamo ad un volume uscito soltanto lo scorso anno. Per la prima volta l’antropologia cultura entra in un esame di Stato, una disciplina che fonda la sua esperienza sulla ricerca». Ricerca che in Italia ancora non è riuscita ad avere il giusto spazio. «Spero possa essere anche di ispirazione per gli studenti - ha aggiunto - anzi, sarei molto curiosa di leggere un elaborato svolto magari da uno studente o studentessa del Guglielmotti, liceo che ho frequentato anche io».
E Scardozzi, forte proprio di questo primo passo ufficiale dell’antropologia nella Maturità, augura ai ragazzi «di non stancarsi, non smettere di essere curiosi - ha detto - di esercitare sempre un pensiero critico capace di cogliere la complessità delle culture, di aprirsi al dialogo, osservando con questo spirito il mondo e la realtà».
Chiara Scardozzi, che ha condotto ricerche sul campo per anni anche in Argentina, unendo lo studio all’amore per la fotografia e per l’indagine visuale, incarna il volto giovane e appassionato di una disciplina che oggi più che mai vuole parlare ai ragazzi. Il suo lavoro rappresenta non solo un riconoscimento importantissimo per lei, per i suoi studi e la sua passione, ma anche un segnale di come la scuola italiana si apra a nuovi sguardi critici sulla complessità culturale del mondo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA



