CERVETERI - Non c'è pace per l'istituto comprensivo Don Milani. Prima la decisione, presa dal dirigente scolastico di trasferire tutte le classi dell'infanzia da Valcanneto a Borgo San Martino e quelle della primaria da Borgo San Martino a Valcanneto. Poi i sopralluoghi della Asl, dopo alcune segnalazioni di alcuni genitori, per carenze igienico sanitarie e per le dimensioni delle classi in rapporto al numero degli alunni che ha portato il consiglio di istituto dei genitori a chiedere lo spostamento di alcune classi nel teatro della scuola.
E ora l'ultima tegola. L'istituto ha perso la sua autonomia scolastica. Decisione frutto del dimensionamento scolastico varato dalla Regione Lazio. E così l'istituto comprensivo "dipenderà" da quello di Marina di Cerveteri. Una decisione, stando al dirigente scolastico Riccardo Agresti, «presa senza aver prima sentito il consiglio di istituto, o il personale». «Non mi preoccupo per me - ha detto il preside che continuerà comunque ad esercitare alla Corrado Melone di Ladispoli - ma per quei posti di lavoro, come ad esempio gli assistenti amministrativi e il personale Ata, che potrebbero essere persi».
ZITO (PD): «CHIEDEREMO AL SINDACO E ALLA GIUNTA DI VERIFICARE LA SUSSISTENZA DI ELEMENTI PER RICORRERE CONTRO IL PROVVEDIMENTO DELLA REGIONE»
Polemico nei confronti del governo Meloni e di quello Rocca è il segretario del circolo locale del Partito democratico, Giuseppe Zito. «Purtroppo, con un solo provvedimento, viene soppressa la direzione didattica della Don Milani, il direttore dei servizi generali e amministrativi e gli uffici di segreteria. Con la nuova organizzazione scolastica i docenti, il personale Ata e gli alunni dipenderanno da una direzione che dista oltre 15 km dal plesso di Valcanneto (il più vicino) e oltre 20 km da quello de I Terzi (l'istituto comprensivo infatti è composto da tre scuole: quella di Valcanneto, quella de I Terzi e quella di Borgo San Martino, mentre da settembre è chiuso il plesso di Ceri che ospitava le classi dell'infanzia, ndr)». «Come al solito a rimetterci saranno sempre i più deboli, i nostri ragazzi e le nostre ragazze, i nostri bambini e le nostre bambine. Coloro che volevano costruire la società del merito quando si tratta di passare dalle parole ai fatti dimostrano di essere ciò che sono: populisti e inaffidabili. La giunta di centrodestra, che in quei borghi rurali ha raccolto consensi con percentuali quasi plebiscitarie alle scorse elezioni, ha ritenuto di ringraziare così la popolazione che ha dato loro fiducia. Neanche a sperare nella riconoscenza delle forze politiche di centrodestra del territorio rinchiusi nel silenzio più assoluto. O meglio parlano di altro, si dedicano a fare gli opinionisti rispetto alla riuscita o meno delle feste e delle iniziative. A rivendicare interventi che nella città verranno fatti nonostante i loro voti contrari in consiglio comunale. A raccontare bugie e alzare polemiche utili solo a distogliere l’attenzione dalla loro irrilevanza politica. Per questo motivo chiederemo al sindaco e alla giunta di verificare la sussistenza di elementi per ricorrere avverso il provvedimento regionale e ci appelleremo in tutte le sedi istituzionali per contrastare questa scelta scellerata e non condivisa con i territori che avrebbero potuto suggerire soluzioni diverse e di buon senso».

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