ORTE - «La prossima settimana presenteremo la soluzione che abbiamo individuato come amministrazione provinciale per superare il problema dell’insufficienza di aule presso l’istituto superiore Besta di Orte». A dichiararlo in una nota è Alessandro Romoli, presidente della Provincia di Viterbo, dopo le polemiche dei giorni scorsi per la situazione che stanno vivendo gli studenti, costretti alla Dad.

«Gli uffici dell’amministrazione, unitamente al sottoscritto – continua Romoli – non hanno mai fatto mancare la concreta attenzione alle problematiche emerse a seguito dell’impossibilità di utilizzo della consueta sede scolastica per problemi di vulnerabilità sismica. Dopo un’approfondita analisi delle varie soluzioni proposte, abbiamo infatti individuato quella più idonea a garantire tempi certi e spazi adeguati investendo importanti risorse economiche dell’amministrazione provinciale.

Ancora una volta abbiamo dunque dimostrato la nostra attività seria e concreta, avendo a cuore quella che è una delle realtà scolastiche maggiormente qualificate della Provincia di Viterbo».

Questa mattina il numero uno di Palazzo Gentili ha scritto dunque al sindaco di Orte e alla dirigente scolastica dell’istituto Besta, «con i quali - spiega Romoli - non è mai mancata un’interlocuzione istituzionale, al fine di richiedere la possibilità di convocare i rappresentanti dei genitori e degli studenti per un incontro presso la sede dell’istituto il giorno mercoledì 6 dicembre alle ore 17. Ho chiesto inoltre ad entrambi di poterci incontrare anche il giorno venerdì di questa settimana presso Palazzo Gentili a Viterbo, sede dell’amministrazione provinciale, al fine di condividere quanto già operato». Romoli conclude affermando che «questo è l’agire che ha sempre contraddistinto il modus operandi del sottoscritto, cioè quello di proporre e realizzare soluzioni concrete con determinazione e senza sfuggire ai compiti di istituto attribuiti dalla norma. Mai il sottoscritto contribuirà ad alimentare o legittimare inutili, infruttuose, sciocche e assolutamente inopportune attività di disinformazione. Né per sé stesso, né soprattutto per l’ente che ho l’onore di rappresentare».

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