CIVITAVECCHIA – C’è una fetta di popolazione già fragile che rischia di sparire dalle priorità del sistema sanitario: sono le persone con doppia diagnosi, cioè disturbi psichiatrici associati a dipendenze patologiche.

A lanciare l’allarme, attraverso una segnalazione, è un cittadino che racconta le difficoltà crescenti del SerD di Civitavecchia e dei servizi psichiatrici nel garantire prese in carico adeguate agli utenti affetti, appunto, da doppia diagnosi.

Secondo quanto riferito nella segnalazione non sarebbe più possibile trasferire fuori regione i “doppia diagnosi” - e in regione non ci sono centri attrezzati - mentre SerD e Csm lavorano in condizioni di sotto organico cronico, con personale insufficiente a gestire situazioni cliniche tra le più complesse.

Questo significa che i pazienti che avrebbero diritto a entrare in comunità terapeutiche specializzate restano bloccati in lista d’attesa o in carico ai servizi territoriali, che però non hanno strumenti né strutture per sostenerli a lungo. La criticità principale riguarderebbe l'indirizzo della direzione aziendale di non autorizzare l’invio fuori regione dei pazienti con doppia diagnosi.

Il problema è che nel Lazio non ci sarebbero comunità specializzate per i “doppia diagnosi” e alcune strutture sarebbero in difficoltà anche per il mancato pagamento delle rette, con mandati di pagamento che – sempre secondo la segnalazione – resterebbero bloccati per mesi.

Il caso citato è quello di una comunità in provincia di Savona, che si sarebbe trovata a fronteggiare ritardi nei pagamenti da parte dei servizi invianti, con ripercussioni sulla continuità dell’accoglienza.

Una problematica da affrontare al più presto visti gli allarmi lanciati a livello territoriale e nazionale dai servizi psichiatrici e di cura della salute mentale con un drastico aumento dei disturbi psicologici che, negli ultimi anni, è arrivato a sfiorare il 30% con numeri impressionanti che fanno tremare il sistema sanitario e la tenuta di centri che lavorano con personale ridotto all’osso e con risorse che spesso scarseggiano. Se da un lato c’è una medicina che avanza dall’altro che una sanità che zoppica e fatica a stare dietro alle innovazioni per mancanza di fondi e personale e a farne le spese sono loro: i più fragili.

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