CIVITAVECCHIA – Paziente disabile grave torna alla vita grazie all’equipe chirurgica del dottor Pasquale Lepiane che ha affrontato il caso complesso con umanità e professionalità. La donna, 44enne, ha una storia clinica piuttosto difficile. È cieca da oltre vent’anni, celiaca, soffre di attacchi epilettici e ha una paralisi degli arti inferiori. Tutta la sua vita è stata costellata da una serie di interventi, sin dall’età di 13 anni quando fu sottoposta ad un’operazione per un’occlusione intestinale da un diverticolo di Meckel e successivamente ad altri 9. L’ultimo ha portato ad un confezionamento di una colostomia (il famoso sacchetto) a livello del colon di sinistra.

«Da un punto di vista clinico - spiega il direttore della Uoc Chirurgia della Asl Roma 4 Lepiane - purtroppo la ragazza ha avuto un percorso complesso e difficile ma nonostante questo e la diagnosi che purtroppo abbiamo fatto durante il ricovero, cioè quella di un tumore del colon trasverso, ha sempre mostrato tanta forza, determinazione e tanto ottimismo». La donna si è rivolta al Pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Civitavecchia per episodi di rettorragia. È stata quindi eseguita una colonscopia diagnosticando una neoplasia del colon traverso. L’obiettivo dell’equipe chirurgica era di liberare la donna dalla colostomia, la sfortuna ha voluto che la neoplasia fosse situata a monte del “sacchetto”, si è reso quindi necessario un intervento chirurgico con ampia demolizione dell’intestino. L’operazione è stata eseguita il 27 luglio, dopo aver parlato con la donna – che si è mostrata sempre sorridente e determinata - e con la mamma, ed è consistita nell’asportazione quasi completa del colon fino al livello della colostomia, l’equipe ha poi anastomizzato l’intestino tenue al sigma ricostituendo la continuità intestinale dando alla paziente la possibilità di avere una vita normale, almeno da questo punto di vista. Il decorso è stato un po’ complesso ma «la ragazza - spiega Lepiane - è stata dimessa in tutta sicurezza e in condizioni generali buone dopo circa quindici giorni. Anche l’esame istologico eseguito ha dato una stadiazione favorevole, se vogliamo, poiché probabilmente la ragazza non dovrà sottoporsi a chemioterapia».

La paziente è stata sempre confortata dalla presenza continua dei suoi familiari, in particolar modo della madre. L’intervento è stato eseguito dal dottor Lepiane con le dottoresse Scaramuzzo e Diddoro, quest’ultima giovane specialista in formazione chirurgica presso la Asl Roma 4, con la partecipazione di tutto il personale di sala (Di Maio, Cappelli, Carrupt, Gatti, Ricci e Fanali) e della dottoressa Anna Grandino che ha eseguito l’anestesia con la sua consueta attenzione e umanità.

Un caso che ha lasciato il segno su tutto il personale di reparto e di sala perché la grande forza di volontà, il sorriso e la determinazione della donna hanno fatto sì che tutti prendessero a cuore la sua storia e che la “coccolassero”, la sua grande determinazione, voglia di vivere e positività hanno coinvolto tutti, dal personale ausiliario fino a quello medico.

Il direttore della Chirurgia della Asl Roma 4 dottor Pasquale Lepiane
Il direttore della Chirurgia della Asl Roma 4 dottor Pasquale Lepiane

Il direttore della Chirurgia della Asl Roma 4 dottor Pasquale Lepiane

«Mi ha colpito - ha detto Lepiane - la sua forza, il fatto che sorridesse al suono della mia voce. Sempre cosciente e determinata, ha mostrato una grande fermezza. Aldilà dell’affetto di tutto il personale del reparto e della sala operatoria la cosa che più mi ha colpito è stato il piccolo orsacchiotto dal quale non si è mai separata, se non durante l’operazione. Mi ha detto di averlo sin da quando era piccola e che quindi aveva avuto modo di vederlo ed è stata la prima cosa che ha chiesto dopo l’intervento».

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