CIVITAVECCHIA – «I numerosi casi di pertosse presenti nel paese non sono da sottovalutare». Ne è convinto Giovanni Ghirga, medico pediatra, che interviene dopo diverse segnalazioni a livello nazionale di casi di pertosse. In Europa e in Italia, infatti, si è registrato un aumento di casi sia di morbillo che di pertosse, al punto che, ad esempio per il Morbillo, anche la Regione si è attivata.

«Il clima - spiega Ghirga - non è un fattore, la presenza della pertosse é dovuta a modelli ciclici che non dipendono affatto dalle temperature del periodo. La pertosse è una malattia causata da un batterio che inizia spesso con sintomi simili a quelli di un raffreddore comune: naso che cola, tosse e febbre lieve. È caratterizzata da una tosse persistente e grave che può essere così intensa da causare vomito e difficoltà respiratorie. Nei bambini piccoli i parossismi di tosse possono causare apnea. Questo è ciò che rende la malattia particolarmente pericolosa».

Il pediatra sottolinea poi il fatto che si tratti «di una malattia che non fornisce immunità permanente. Lo stesso vale per il vaccino, il quale deve essere ripetuto periodicamente. È essenziale somministrare richiami soprattutto alle donne nelle fasi finali della gravidanza. Non esiste una cura per la pertosse una volta che i sintomi si manifestano, la terapia antibiotica somministrata riduce invece l’infettività della malattia».

Ma chi è maggiormente a rischio con la pertosse? «Il maggior pericolo - continua Ghirga - è per i neonati e i bambini molto piccoli. La pertosse può essere letale per loro. Pertanto, è fondamentale evitare che una persona con tosse persistente da giorni stia vicino ad un neonato o un lattante di pochi mesi di vita. È necessario dunque isolare gli individui infetti per prevenire la diffusione della malattia ad altri, specialmente i soggetti a rischio». La pertosse si diffonde principalmente attraverso goccioline respiratorie rilasciate quando una persona infetta tossisce o starnutisce. «È altamente contagiosa - conclude -, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia».

Fortunatamente a Civitavecchia la situazione sembra essere nella norma, infatti né all’ospedale San Paolo, né tra gli specialisti locali sembra essersi registrata una situazione fuori dalla normalità ma la guardia, viste le notizie che arrivano da tutta Italia, è alta.

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