CIVITAVECCHIA – Una dieta ricca di carne e prodotti della sua lavorazione è salutare ed eticamente corretta ? A queste domande cerca di dare una risposta un articolo pubblicato sull’American Journal of Cardiology con il titolo “ Are we what we eat ? The moral imperative of the medical profession to promote plant-based nutrition “ (Siamo ciò che mangiamo? L’imperativo morale della professione medica di promuovere una nutrizione vegetariana ). Per fare ciò gli autori contestano, sulla base di argomentazioni scientifiche, alcuni luoghi comuni in merito al consumo di carne.

Una delle affermazioni più comuni è certamente quella che “abbiamo bisogno di mangiare carne per essere in salute “ basata sull’errata convinzione che il consumo di carne sia necessario per un adeguato apporto proteico. Secondo gli autori, infatti, la quantità giornaliera di proteine raccomandata , pari a 0.8grammi per kg di peso corporeo, potrebbe essere facilmente ottenuta con una alimentazione a base di cibi vegetali ricchi di proteine che includa soia, legumi, noci e semi .

Una tale bilanciata alimentazione garantirebbe anche una adeguata quantità di nutrienti essenziali e necessiterebbe solo di una integrazione di vitamina B 12.Va, inoltre, ricordato che i cibi di origine animale tendono a favorire infiammazione, stress ossidativo, alterazioni della flora intestinale e danno della parete dei vasi determinando malattie cardiometaboliche croniche quali ipertensione, diabete, obesità, e coronaropatia. Oltre ai grassi saturi ed al colesterolo , infatti, i prodotti di origine animale contengono numerose altre sostanze dannose meno note che sono associate all’insorgenza di malattie croniche. I danni alla salute della carne rossa possono essere aumentati da una cottura ad alte temperature o dall’affumicatura. Questi processi determinano infatti la produzione di amine eterocicliche che sono potenti mutageni che aumentano il rischio di carcinogenesi intestinale, pancreatica, vescicale e renale; essi possono generare idrocarburi policromatici anche essi implicati nella carcinogenicità della carne negli animali e nell’uomo.

Ed invero, ricordano gli autori, l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro della Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato la carne lavorata come carcinogenica per l’uomo e la carne rossa come probabilmente carcinogenica per l’uomo. Al contrario una dieta a base di prodotti vegetali, sia da sola che in associazione ad altri salutari comportamenti, è l’unica strategia nutrizionale capace di far regredire una preesistente aterosclerosi coronarica, ridurre i danni vascolari del diabete, prevenire l’ipertensione, ridurre il rischio relativo di cardiopatia ischemica e di tumore. Gli stessi effetti positivi della Dieta Mediterranea vengono potenziati da una diminuzione dei pur se ridotti quantitativi di prodotti animali in essa previsti. Un altro aspetto importante sottolineato dagli autori concerne il sostanziale impatto di una alimentazione a base di carne sia a livello locale che globale. Il consumo dicarne comporta , infatti, un enorme consumo di risorse in termini di deforestazione, consumo di acqua ed emissioni di metano.

La consapevolezza del significativo impatto ambientale e climatico delle scelte nutrizionali potrebbe indurre ognuno a scelte più ponderate nell’interesse generale. A ciò si aggiungono i rischi di allevamenti intensivi con condizioni igieniche drammatiche , per operatori ed animali, nei quali la diffusa somministrazione di antibiotici può determinare una antibiotico resistenza con negative conseguenze anche per l’uomo e favorire la comparsa di pandemie zoonotiche. Sulla base di queste ed altre considerazioni l’equità nutrizionale è per gli autori un imperativo morale e dovrebbe essere una priorità nell’ambito della sanità pubblica tenuto anche conto che le malattie cardiovascolari sono la principale causa di mortalità e malattia nel mondo. Un ruolo importante verso una maggiore consapevolezza del ruolo di una appropriata alimentazione basata su prodotti di origine vegetale compete per gli autori alla classe medica così come accaduto per il fumo, ma non solo. La scuola, i media , le istituzioni politiche dovrebbero dare adeguata informazione sui vantaggi di un’alimentazione vegetariana per noi stessi e per il pianeta che condividiamo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA