PORTOCIVITAVECCHIA - Lei sta lì da quasi duemila anni, la Darsena Romana, dove l'aveva pensata l'architetto Apollodoro di Damasco per l'imperatore Traiano come ricovero e protezione per le navi romane della flotta imperiale. Nei secoli seguenti, dopo i fatti legati al predominio medievale della signoria dei Vico, il sicuro approdo difeso anche dalla possente Rocca Vecchia passò sotto il potere temporale dei papi che, consapevoli della perfezione dell'ingegno del passato, la restaurarono e la elessero come base strategica della loro flotta navale a protezione della costa laziale e del favoloso commercio dell'allume. Oggi, dopo le tragiche distruzioni degli eventi bellici e ancor di più della barbara ricostruzione del dopoguerra, l'antico luogo ospita la sede della Guardia di Finanza di Mare, in una sorta di passaggio di consegne per la difesa di Civitavecchia e del suo mare. La darsena accoglie da ormai trent'anni anche il Circolo Nautico di Civitavecchia e da qualche anno l'Associazione "Amici della Darsena Romana" Onlus che merita il plauso e l'attenzione della città per le attività di carattere sociale che svolge a titolo gratuito nell'interesse esclusivo del bene della popolazione, soprattutto di quella meno fortunata con il coinvolgimento di molti ragazzi e persone disabili in difficoltà, nelle attività legate alla vela e al mare. All'interno della Darsena, infatti, tra i resti romani e pontifici, nonché in un ambiente in cui si sente a pelle l'alto valore e la carica simbolica per la storia di Civitavecchia, sono ospitati anche circa quindici pescherecci e cento imbarcazioni dei diportisti locali con annesso cantiere navale. Imbarcazioni che vengono messe costantemente a disposizione, gratuitamente a favore dei progetti messi in atto dall'Associazione Amici della Darsena Onlus e sostenuti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia, dagli stessi diportisti. Quei diportisti che si vorrebbe cacciare per fare posto a una ventina di mega yatch di facoltose stelle del firmamento dell'imprenditoria “forestica” arrogante e tracotante e dalle linee spaziali e ultramoderne e che renderebbero un po' cafone l'ambiente storico e popolare garantito invece proprio dalla presenza stabile delle imbarcazioni dei diportisti civitavecchiesi. Nella Darsena Romana e solo lì le piccole imbarcazioni trovano un sicuro ricovero che sarebbe utopistico pensare in un altro posto, ad esempio nel tratto di costa della Frasca, più facilmente esposto alle forti mareggiare come porticciolo di Civitavecchia. A meno che non si stravolga il naturale andamento della fascia costiera con la costruzione di un mega cassone e di un altrettanto mega porticciolo. I civitavecchiesi ringraziano, ma il porticciolo ce l'hanno già sotto casa da appena due millenni, decisi a tenerselo ben stretto.