di LUCA GUERINI


CIVITAVECCHIA - Tornano a Civitavecchia (stavolta insieme) Lillo e Greg protagonisti della commedia “in due atti e cinque cadute di tono” intitolata “La baita degli spettri” che gli stessi interpreti definiscono il primo spettacolo teatrale concepito come un dvd cinematografico. In scena domani alle ore 21 presso il Teatro Traiano la storia di cinque ragazzi che decidono di passare alcuni giorni di vacanza in una baita dispersa tra i boschi. Ma la baita è maledetta! Il fantasma di un maniaco criminale che già uccise cinque ragazzi nel ’69 ancora si aggira tra le mura. Bizzarre coincidenze, indecifrabili rumori e inspiegabili voci iniziano ad alimentare il terrore tra i ragazzi. Chi conosce Lillo e Greg sa esattamente cosa aspettarsi da uno spettacolo come The Baita, commedia in due atti e cinque cadute di stile, e cioè quell’umorismo che ha caratterizzato la scrittura di Greg fin dai tempi dei sottotitolati passando per Latte e i suoi derivati ed arrivando al più recente Agenzia 610. Nello spettacolo il gusto per il paradosso, il luogo comune e la frase fatta portato fino alle conseguenze più estreme ed il passaggio repentino dal gioco di parole arguto ad un registro decisamente più greve. La baita degli spettri non è la parodia di uno o più film specifici, quanto una presa in giro del genere e dei suoi meccanismi di costruzione della tensione, con tutto il repertorio di catene trascinate, telefonate minatorie, cambiamenti di personalità e racconti tanto raccapriccianti quanto improbabili. Questi “attrezzi del mestiere” vengono smascherati e capovolti, secondo modalità già note al pubblico della menzionata trasmissione radiofonica, con la rottura della barriera tra finzione e tecniche di messa in scena ad esempio, o con la messa a nudo della convenzione cinematografica e teatrale. Il rimando non è casuale poiché nel cast figurano alcuni dei collaboratori di Greg e Lillo nel programma di Radio Due, come Valentina Paoletti e Stefano Frosi, entrambi protagonisti di collegamenti dagli esiti fallimentari. Alcune delle gag inoltre si richiamano esplicitamente a “610”, con il tormentone delle riviste specializzate fino al parossismo e con la presenza in scena di una radio.