Fosse un film, si potrebbe intitolare "Turismo all’italiana". Ma qui siamo a Civitavecchia, ed è tutto terribilmente reale. Il protagonista? L’assessore Piero Alessi, il cui tratto distintivo, almeno finora, è stata la soddisfazione di aver fatto “sparire” la statua del bacio dal waterfront. Un pezzo di arredo urbano che, pur con tutti i limiti estetici del caso, almeno stimolava curiosità e scatti social. Oggi campeggia a Santa Marinella, accolta a braccia aperte dal vecchio marpione Pietro Tidei, che in fatto di furbizia e fiuto politico riesce ancora a tenere lezioni al partito, al sindaco Piendibene e – perché no – anche al buon Alessi.

Nel frattempo, cosa resta a Civitavecchia? I monopattini selvaggi. Un’invasione a due ruote che, in teoria, doveva rappresentare una sperimentazione di mobilità sostenibile, al passo coi tempi. In pratica, si traduce in decine di mezzi abbandonati ovunque, persino sulle fermate degli autobus navetta che portano i turisti dal porto alla stazione. Una scena che, se non fosse tragica, sarebbe grottesca: il biglietto da visita della città è diventato una giungla di mezzi lasciati a casaccio.

La domanda è legittima: chi controlla? E soprattutto: come è stata affidata questa sperimentazione? Perché tra un’idea tutto sommato moderna e una gestione improvvisata ci sono di mezzo il codice degli appalti e l’Anac, che prevedono regole precise anche per le sperimentazioni, e quello della strada, che impone regole e cautele, non interpretazioni creative. Ai turisti i monopattini piacciono? Certamente. Ma se il Comune non li regola, non li gestisce e non li integra in un vero piano di mobilità, diventano solo un problema in più.

Nel frattempo, l’altro “fiore all’occhiello” del turismo – il punto informazioni – resta chiuso per buona parte della settimana. Sì, proprio nel periodo di massimo afflusso di crocieristi. Affidato a CSP, la partecipata in affanno, non riesce (o non si cura di farlo) a garantire l’elementare servizio di presidio e accoglienza. E pare che, quando in commissione qualcuno ha osato parlare di esternalizzazione del servizio, l’idea all’assessore Alessi non sia dispiaciuta affatto. Anzi. Salvo poi rimangiarsi tutto quando AVS ha storto il naso, difendendo il dogma della gestione pubblica dei servizi locali. Ma il paradosso è servito: piuttosto che avere un servizio efficiente ma esternalizzato, meglio un disservizio pubblico.

Nel frattempo, Alessi ha presentato anche il cartellone estivo degli spettacoli. Punta di diamante? La evergreen Patty Pravo. Una proposta che sa più di amarcord che di attrattività turistica, ma che – si spera – almeno porterà un po’ di pubblico sotto le stelle.

Peccato che domani, 30 giugno, sia una data cruciale. Per CSP è il giorno in cui si chiude un semestre che potrebbe lasciare i conti più rossi del tramonto sul porto. E se il quadro dovesse essere davvero compromesso, il dibattito sulle esternalizzazioni tornerà in agenda. Questa volta, però, non più solo per il turismo.

Si potrebbe dover discutere di ben altro: dalla gestione dei rifiuti alla tenuta stessa dell’azienda, passando per l’ipotesi estrema – e a oggi ancora tabù – di mettere sul mercato l’intera struttura. Cosa diranno, allora, le anime varie e variopinte della maggioranza di Piendibene? AVS si straccerà le vesti? Il M5S chiederà un referendum? Il PD farà finta di niente?

Domani, peraltro, parte anche la rivoluzione del porta a porta. Sei zone, pochi giorni di preavviso, nessun cassonetto intelligente, straordinari ancora da tagliare e un piano comunicativo che ha lasciato i cittadini più confusi che informati, con migliaia di volantini persi in mezzo ai volantini da buttare nella stessa immondizia da raccogliere da parte di Csp: un esempio di... economia circolare. Un debutto che si preannuncia difficile, se non proprio caotico. Insomma, tra monopattini selvaggi e mastelli al sole, ci aspetta un luglio infuocato. E non solo per le temperature.

Buona estate, Civitavecchia. Ce ne sarà bisogno.

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