Le ormai imminenti festività natalizie porteranno in regalo alle coalizioni cittadine le candidature a sindaco per poi aprire il 2024 insieme, di fatto, alla campagna elettorale fino al 9 giugno? In realtà è molto probabile che servirà un “supplemento di istruttoria” sia a destra che a sinistra, però a Natale saranno più chiari diversi aspetti.

Il primo riguarda ad esempio le reali possibilità del sindaco Ernesto Tedesco se non di ricandidarsi, almeno di arrivare a fine mandato. La situazione appare ormai delineata: nella coalizione di governo cittadino ci sono due partiti (Fratelli d’Italia e Forza Italia) che hanno già detto chiaramente al primo cittadino che pur essendo disponibili a concludere la consiliatura, ritengono necessario un maggiore e rinnovato slancio per affrontare le priorità di Civitavecchia e che quindi non ne sosterranno la ricandidatura.

La stessa lista Tedesco, al di là degli imbarazzi (visto il nome della compagine, che ormai ha più senso definire gruppo Mecozzi piuttosto che lista Tedesco) e delle dichiarazioni tattiche e di facciata, ha rotto gli indugi ed ha iniziato a far metabolizzare al sindaco la possibilità di avere un ruolo diverso che non sia più quello di capo della coalizione.

Il colpo di grazia lo ha dato Dimitri Vitali, al quale va riconosciuto di essere stato il primo a parlare apertamente e non in politichese: «Tedesco sarà il nostro candidato, se ci saranno le condizioni». Più chiaro di così, non si potrebbe, soprattutto da parte di un esponente della Lega, il partito del sindaco.

«Non ci si può candidare per tigna - ha aggiunto Vitali - è una cosa che direi a chiunque: se c’è qualcuno che aggrega di più, bisogna ragionare, trovare un punto di equilibrio e fare la scelta giusta, senza buttare a mare quanto fatto finora».

Parole in piena sintonia - oltre che con il coordinatore del gruppo Mecozzi, Mirko Cerrone, intervenuto in una riunione di maggioranza - anche e soprattutto con quanto detto, da Roma, dal presidente provinciale di Fratelli d’Italia, senatore Marco Silvestroni: «Il secondo mandato dei sindaci uscenti non è una regola scritta, è una consuetudine, se ci sono le condizioni. Dire oggi se Tedesco sarà o non sarà il candidato sindaco è prematuro. I sindaci non vengono calati dall’alto dai vertici romani, ma va ascoltata la base. Poi se ci saranno le condizioni di trovare un centro destra unito intorno al nome di Tedesco nessun problema, con Fratelli d’Italia che 4 anni fa col suo passo indietro ha portato alla vittoria. Se domani ci saranno condizioni superiori che daranno le garanzie di una nuova vittoria, sono convinto che Tedesco e la Lega non avranno problemi a trovare una alternativa».

Sul fronte centrosinistra, la regola c’è ed è quella delle primarie, qualora non ci sia l’accordo su un solo candidato. Al momento, il nome in campo è quello di Marco Piendibene. Ma dalla Regione, Daniele Leodori (a cui Piendibene è vicino e che comunque riconosce al consigliere comunale di rappresentare la storia del Pd locale) e altri big dem vorrebbero cercare anche alternative più attrattive per mondi anche fuori dal Pd. Il nome su cui si starebbe ragionando «per provare a convincerlo» è quello di Gino De Paolis. Senza dimenticare, per le eventuali primarie, la possibilità di Marietta Tidei, se non si concretizzasse per lei la candidatura per le europee, e di Paolo Poletti, visto che il generale in pensione ha tenuto, da civico, a confrontarsi anche con il Pd. Il M5S, con Antonio Cozzolino tornato al comando, al momento pare intenzionato ad andare da solo, probabilmente con Enzo D’Antò, se non dovesse andar bene il ricorso per l’elezione in consiglio regionale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA