Più di 4 italiani su 10 pensano che nell’ultimo decennio il mondo sia diventato un posto peggiore in cui vivere e lo stesso vale guardando dentro casa nostra, all’Italia. In cima alle preoccupazioni troviamo il cambiamento climatico (86%), seguito da guerre (84%) e pandemie globali (83%). Gli italiani sono preoccupati anche dall’esaurirsi delle risorse naturali (78%) e dalla crescita delle diseguaglianze tra paesi ricchi e poveri (76%). Fa la sua comparsa anche il tema delle tecnologie: il 68% teme l’impatto della rivoluzione digitale nella vita quotidiana e il 57% la sempre più rapida innovazione tecnologica dei mezzi e degli strumenti. Questo il quadro che emerge dall’indagine 'La percezione dei cambiamenti degli ultimi 10 anni e l’orientamento verso le donazioni e i lasciti solidali' realizzata da Walden Lab-Eumetra per il Comitato Testamento Solidale su un campione rappresentativo di italiani di 25+ anni (circa 46,5 milioni, in base ai dati Istat). I risultati della ricerca sono stati presentati a Roma, presso Palazzo Merulana, nell’ambito dell’evento organizzato dal Comitato in occasione della Giornata internazionale del Lascito Solidale (13 settembre). L’evento di quest’anno celebra anche un anniversario speciale per il Comitato, nato nel 2013 per opera di 6 Organizzazioni promotrici; negli anni l’ente è cresciuto sempre di più, coinvolgendo il mondo del Non Profit in importanti attività di studio del settore, di informazione e di sensibilizzazione, fino all’attuale assetto che conta 28 aderenti. Tornando ai dati dell'indagine, la pandemia da Covid-19 (94%) e la guerra in Ucraina (93%) sono percepiti dagli italiani come gli eventi epocali dell’ultimo decennio. Seguono gli attentati terroristici in Francia, Spagna e Inghilterra (78%), la nascita di Chat Gpt (77%), l’elezione di Trump (65%), la Brexit (64%) e l’avvento di Papa Francesco (63%). Ultimo ma ben presente, la nascita del movimento dei Fridays for Future (55%). In generale, per il 43% degli italiani oggi il mondo si trova in una condizione peggiore rispetto a 10 anni fa, solo il 10% ritiene che sia migliore. Guardando al nostro Paese, la percentuale di chi ritiene che nell’ultimo decennio l’Italia sia peggiorata sale al 47%; 1 su 10 ritiene che sia invece migliorata (mentre il 43% pensa che sia migliore per alcuni aspetti e peggiore per altri). Migliore o peggiore, ma per cosa? Tra gli ambiti che sono cresciuti, per gli italiani al primo posto si trova la ricerca medico-scientifica (35%) seguita da qualità della comunicazione (33%), tutela dell’ambiente (17%) e rispetto dei diritti civili (11%). Peggiorati invece, nella percezione della gente, il costo della vita (88%), le prospettive dei giovani (73%), il lavoro e l’occupazione (66%) e la sanità (61%). Secondo gli italiani, in Italia oggi c’è meno benessere economico (72%) ma anche meno fiducia nel prossimo (66%) ed equità sociale (62%). Nel complesso, oggi gli italiani vedono intorno a sé una società più preoccupata del futuro (77%) ma anche attenta alla propria salute (48%) e all’ambiente (45%), meno soddisfatta della vita (67%), meno attenta agli altri (48%) e meno tollerante (46%). In questo contesto, gli italiani promuovono il Terzo settore: in particolare sono le organizzazioni Non Profit, per il 63%, ad aver fatto di più nella costruzione di una società migliore, seguono le Pmi (47%), i cittadini come corpo civico (43%), l’Europa (37%) e poi Chiesa, Amministrazioni locali e mass media, tutti appaiati al 33%.