CIVITAVECCHIA – «Le ricadute occupazionali e, più in generale, per tutta la filiera turistica possono essere disastrose». Lo dice Marco Maurelli, presidente di Federbalneari Italia, dopo che «la Corte di Giustizia dell'Ue ha ribadito con una sentenza che le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente, ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente».

In sostanza, quindi, niente più rinnovi automatici. Una sentenza da cui «dissentiamo» ma di cui «prendiamo atto, crediamo, però - continua Maurelli -, che il grande tema emerso sia la questione della definizione della mappatura delle aree demaniali, lacuali e fluviali, cioè della valutazione sulla risorsa disponibile del demanio marittimo».

Ora Federbalneari attende la convocazione da parte del Governo per tracciare la rotta. «Ribadiamo, inoltre, la necessità che i comuni attendano le risultanze della mappatura e le direttive dallo Stato e dalle Regioni, affinché si arrivi - conclude - senza situazioni caotiche a disciplinare le fasi di attuazione della legge sulla concorrenza». Il prossimo passo sarà quindi la mappatura, ma intanto cosa succede? «Per questa stagione - ha continuato Maurelli - non ci saranno cambiamenti ma certamente il clima di incertezza che era già presente a causa di covid, crisi e quant’altro si è andata aggravando. In questo momento gli investimenti sono a zero e questo si ripercuote su tutta la filiera turistica perché se il mare non “funziona” rischiano anche tutte le attività collegate (ad esempio alberghiere e di ristorazione)».

Nei 5 comuni del litorale Roma nord ci sono ben 72 aziende associate a Federbalneari e 6 sono a Civitavecchia. Ogni azienda ha dai 10 ai 12 dipendenti. «Si rischia - ha detto Maurelli - uno sconquasso a livello occupazionale perché tra sentenze, proroghe e incertezze varie si è arrivati ad un blocco degli investimenti che al momento sono a zero». Insomma bisogna muoversi al più presto per evitare un effetto domino che andrebbe a minacciare in maniera diretta centinaia di posti di lavoro solo a Civitavecchia e - indirettamente - ne metterebbe a rischio altrettanti nelle attività collegate al settore “mare”. «Aspettiamo la convocazione del Governo - ha concluso Maurelli - per metterci al lavoro insieme».

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