CIVITAVECCHIA – Civitavecchia risulta il comune dove l’impatto della fiscalità locale sull’attività di impresa è il più alto. È il dato chiaro e lampante che emerge dal rapporto “Aree industriali attrattive: fiscalità locale a misura di imprese e start up” sulla fiscalità e servizi locali nelle principali aree industriali della regione, messo a punto da Unindustria, con la collaborazione della Luiss Business School e la Fondazione Bruno Visentini.

Un’indagine che mette in evidenza come ad oggi non risulti essere particolarmente conveniente investire a Civitavecchia. Da una parte un’area industriale dove, come spesso evidenziato anche da chi ha deciso di insediare la propria attività, mancano servizi ed un’attenzione adeguata. Dall’altro costi alti che vanno a frenare un eventuale interesse da parte di imprese più o meno grandi. Il rapporto si pone come obiettivo quello di individuare, in base alla normativa fiscale vigente e, quindi, per mezzo di un’analisi di tipo giuridico, i poteri dei Comuni nell’applicazione dei tributi locali e come essi vengano in concreto applicati. E questo esaminando e il concreto esercizio di tali poteri per il periodo d’imposta 2021 da parte di un campione di Comuni del territorio analizzando i singoli Regolamenti comunali, le delibere e altri atti relativi a ciascun tributo. Ad essere presi in considerazione sono sei comuni: Pomezia, Civitavecchia, Anagni, Colleferro, Fiano Romano e Roma.

Escludendo la Capitale, Civitavecchia quindi risulta il comune meno attrattivo in questo senso. Si è preso in considerazione l’insediamento di un capannone di piccole dimensioni e di medie dimensioni: in entrambi i casi, al di là dell’Imu massima per tutti i comuni, è la Tari ad avere un impatto negativo importante per Civitavecchia. Per un piccolo capannone, ad esempio, si passa dai 2.543,10 euro a Pomezia ai 4.880,40 euro di Fiano Romano fino ai poco più di 6mila euro di Anagni e Colleferro, arrivano ai 10.495,80 di Civitavecchia. Un dato oltre la media, come quello per un capannone medio, che vede la Tari per un’azienda che vuole investire in città pari a 48.730,50 di Civitavecchia, contro gli 11.807 di Pomezia, i 22.659 di Fiano Romano e i circa 28mila euro di Anagni e Colleferro.

Un rapporto, dunque, che evidenzia ancora di più le criticità che esistono attualmente nell’area industriale e che dimostrano come la strada verso una riqualificazione della zona, un’apertura a possibili nuovi insediamenti, a servizio anche del porto, sia in salita.

©RIPRODUZIONE RISERVATA