Si amplia il Festival della Tuscia, nato da un'idea di Vittorio Sgarbi, che s'inaugura domani, al Palazzo Ducale di Sutri, con 'Le campane di Dante' di Stefano Sabelli e dello scultore Ettore Marinelli.

Oltre alla musica classica e ai concerti, la seconda edizione apre al teatro, al cinema e alla letteratura con incontri tra cui le conversazioni-evento con Barbara Alberti che parlerà de 'L'amore è il mese più crudele' e Pupi Avati in dialogo sulla Tuscia al cinema con Fabio Canessa. «Per me è ragione di orgoglio che sia nato da una mia idea. I prossimi anni il festival continuerà. Questo è l'anno di annuncio di un veliero che è partito in quel grande mare di conoscenza, in una terra meravigliosa che spero non indifesa ne culturalmente ne rispetto alla bellezza del paesaggio», ha detto in collegamento video il sottosegretario Vittorio Sgarbi, che è stato sindaco di Sutri e la sera del 25 settembre sarà a Bolsena e ha ringraziato tutti con »riconoscenza per l'impegno». Kermesse itinerante, il Festival della Tuscia, con direttore artistico Massimo Spada, ospiterà fino all'8 ottobre eventi nei comuni di Sutri, Viterbo, Bassano Romano, Tarquinia, Vitorchiano, Bagnaia e Bolsena. «Si muove in un territorio ampio radunando in una unica manifestazione culturale tanti luoghi. La Tuscia non è ancora tanto conosciuta al grande pubblico», ha spiegato Spada che unisce l'attività di artista a quella di organizzatore. Gli appuntamenti sono tutti gratuiti e per metà già sold-out. Il primo giorno la voce di Stefano Sabelli si alternerà sul palco alle campane suonate da Giulio Costanzo. «Il progetto coinvolge la Fabbrica di campane più antica del mondo , la Fonderia Marinelli. Sono state fuse 28 campane raccogliendole in un unico carillon che farà da sfondo al racconto di Dante e la scienza e Dante e la politica», ha spiegato Sabelli. Barbara Alberti, sarà la protagonista del primo incontro, il 24 settembre, dedicato all'amore. «Noi siamo fregati, siamo assolutamente spacciati. E' scoppiata questa guerra, io mi aspettavo che qualcuno, qualche capo di Stato importante, dicesse 'siete scemi, non ce lo possiamo permettere. Il mondo è a pezzi, cerchiamo di rattopparlo. Niente. Non ho assolutamente speranze però credo che quella famosa frase, erroneamente attribuita a Dostoevskij sia però importante: 'La bellezza salverà il mondo'. Siamo dei dannati che però possono ancora esprimersi. Siamo dei moribondi sul bordo della fine del mondo che però almeno affermano quella che è la diffidenza del meraviglioso», ha sottolineato la Alberti. Tra gli spettacoli di punta, oltre a La Tuscia al cinema con Pupi Avati è atteso il 5 ottobre Domenico Iannacone che porta a teatro Che ci faccio qui?, la docu-serie neorealista andata in onda su Rai3. «La Tuscia è stata set di grande cinema. Sono stati fatti tanti film ambientati nel Medioevo. Orson Welles ha girato l'Otello, è stata attraversata da Fellini avanti e indietro. Avati ha raccontato tutta la vita come il cinema abbia una suggestione legata ai luoghi». Tanti gli appuntamenti con la musica da camera che vedranno tra l'altro il tenore inglese Ian Bostridge insieme al pianista Mario Montore proporre una selezione di Lieder del periodo romantico composti da Schubert e Schumann. Ci saranno anche i concerti di fisarmoniche con il Sirius Accordeon Trio e gli ottoni dell'Alma Saxophone Quartet con un omaggio alla grande musica americana da Bernstein a Frank Zappa, da Copland a Chick Corea, passando da Gershwin e Glenn Miller. Tra gli appuntamenti musicali più attesi del festival quello del 30 settembre alla Basilica di S. Maria della Quercia di Viterbo con il recital della pianista salentina Beatrice Rana con un caleidoscopio di note che include una selezione di brani di Debussy e la Sonata in si minore S178 di Liszt. In programma anche la rara musica di Alfred Schnittke, tra le figure artistiche più sperimentali del '900 sovietico.