Le elezioni regionali saranno una pietra angolare ancora più importante delle politiche per lo svolgimento delle dinamiche relative all’amministrazione comunale ed alla scena politico-amministrativa di Civitavecchia.

Intanto, prima ancora di conoscerne il risultato, i movimenti e le candidature (o le non-candidature) di questi giorni servono a delineare cosa potrà accadere al Pincio subito dopo il voto.

Che a Tedesco sia chiesto di varare la sua sesta giunta appare infatti già scontato.

Al di là di quello che sarà il suo personale risultato, Roberto D’Ottavio potrebbe non avere più il necessario sostegno di quel che resterà del gruppo consiliare di Forza Italia ed essere così costretto a lasciare la giunta per la seconda volta. Non è un mistero che Massimo Boschini voglia indicare l’assessore ai Servizi Sociali e che Daniele Perello non sia di fatto più federato con gli azzurri, ma abbia deciso di seguire Emanuela Mari in cambio della promessa del suo endorsement per la presidenza del consiglio comunale. Una moneta, quella degli impegni di Mari, che rischia però di avere corso solo lo stesso Perello, visto che tra lui e la presidenza ci sono due condizioni che non è affatto detto che si verifichino: Mari deve essere eletta alla Pisana e poi oltre a lei (qualora non si dovesse dimettere, non essendo incompatibile la carica di consigliere comunale con quella di consigliere regionale) servirebbero almeno altri 12 voti in aula Pucci per far concretizzare la promessa. E, allo stato, questo appare molto difficile che si verifichi.

Intanto, ieri Emanuela Mari ha trovato una sorpresa inattesa: proprio a Guidonia, città del suo compagno di avventura Marco Bertucci, la lista del mister preferenze locale Tommaso Carnevali, uno da 800 voti in un gruppo che di voti ne ha presi più di 3000, ha dichiarato che voterà Bertucci insieme a Micol Grasselli. Una abbinata che stando ai bene informati si proporrà oltre che a Guidonia, dopo Roma prima città per abitanti della provincia, anche a Tivoli, Fonte Nuova, Mentana, Castel Madama ed altri paesi dell’area sublacense.

Quindi Mari, che vanta comunque un sostenitore come il capogruppo in Campidoglio Giovanni Quarzo, dovrà correre non poco a Civitavecchia e sperare in un super risultato del partito a livello regionale, per essere tra i primi 11-12 papabili per entrare alla Pisana.

Per quanto riguarda poi l’eventuale avvicendamento alla presidenza, gli accordi pre-elettorali erano chiari: vice sindaco a Grasso, presidenza del consiglio comunale a chi avesse preso più voti, a prescindere dal partito di appartenenza. Ergo: il primo in lizza in caso di dimissioni di Mari sarebbe Giancarlo Frascarelli.

Venendo a chi invece non è stato candidato, il caso più clamoroso e imbarazzante, per come è nato, è quello di Mirko Mecozzi.

Premesso che i partiti avevano acconsentito alla presentazione della Lista Rocca a patto che non avesse esponenti vicini ai partiti stessi, sindaci o consiglieri comunali (vero motivo delle esclusioni di Attig e Mecozzi), il pasticcio lo aveva combinato il sindaco Tedesco, sponsorizzando la candidatura di Mecozzi non presso il suo partito, la Lega, ma nella Lista Rocca. In un colpo solo, così facendo, ha “trombato” il consigliere che preparava questa sfida da 5 anni, e ha dato a Claudio Durigon un motivo in più per abbandonare quello che doveva essere il sindaco della Lega al suo destino, tanto più se i salviniani dovessero andare a bagno a Civitavecchia anche alle regionali.

©RIPRODUZIONE RISERVATA