Sono ore decisive per la tenuta della maggioranza. Giornate di incontri, confronti e colloqui su più tavoli, in città e a Roma, per chiarire se l’amministrazione Tedesco sia giunta al capolinea, numeri alla mano, o se invece vi sia la possibilità di andare avanti, con il rientro in squadra di Fratelli d’Italia, partito oggi più che mai decisivo. Il sindaco Tedesco ora si vede infatti costretto a far rientrare FdI, avendo preso atto di non avere più i numeri per continuare a governare, nonostante il sostegno “esterno” ormai da tempo del civico Vittorio Petrelli. In questi giorni si sarebbe già confrontato con quello che resta della sua maggioranza, proseguendo allo stesso tempo il dialogo con il Presidente della Federazione dei circoli della Provincia di Roma di Fratelli d'Italia, il senatore Marco Silvestroni. Il primo cittadino ha riaperto infatti il dialogo con i meloniani, chiedendo al partito la disponibilità a valutare l'esistenza di condizioni politico-amministrative per un rientro in maggioranza.Ma quali sono queste condizioni? Lo ha ribadito, anche ultimamente, il capogruppo di Fratelli d’Italia Vincenzo Palombo, parlando della necessità dell'immediato ripristino della situazione del 2020 quando il partito era rappresentato in giunta dagli assessori Massimiliano Grasso e Simona Galizia. E soprattutto di un patto di fine legislatura, per indicare quelle che sono le priorità da affrontare fino alla fine del mandato. Insomma, sono ore decisive con la situazione tutta da definire.


Una “rappresentazione” che non piace al Pd, con il partito ed il gruppo consiliare che puntano il dito contro la maggioranza. «Al di là dei possibili esiti amministrativi, probabilmente prevedibili e scarsamente affascinanti - si chiedono - c’è ancora in alcuni un’etica politica che ne guidi i comportamenti e le scelte o queste dipendono ormai solo da calcoli personali o di fazione?». Con Mari e Cacciapuoti che hanno espresso la volontà di entrare in FdI, infatti, secondo i dem «si dovrebbe arguire che, a rigor di logica, l’Amministrazione dovrebbe entrare in crisi per l’assenza del numero minimo di consiglieri necessari a definire la maggioranza utile a rendere valide le sedute di Consiglio Comunale e dunque il proseguo dell’attività amministrativa. Nessuno – hanno spiegato – può dire con certezza se ciò, che sarebbe coerente ma non automatico, avverrà. Potrebbe anche darsi che, graffiando con le unghie gli specchi, si diano spiegazioni in seguito alle quali ci si accomodi in un partito, al momento all’opposizione, pur continuando a rimanere nella maggioranza di Governo cittadino, godendone le prerogative». Secondo il Pd cambiare partito è sempre legittimo, «anche se a rigore quando vieni eletto perché vuoi rappresentare un’idea se la cambi forse dovresti dare convincenti spiegazioni e in linea di principio diviene contraddittorio il tuo stesso ruolo di rappresentanza. I giorni che seguiranno ci forniranno alcune risposte o forse non ne daranno alcuna. Noi siamo convinti che, indipendentemente da come andranno le cose - hanno concluso
dal partito democratico - il tempo dell’Amministrazione cittadina sia concluso e che non rimanga, qualora si voglia conservare credibilità e dignità, una sola estrema soluzione che, purtroppo per Civitavecchia, non verrà adottata».



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