Quando gli avvocati sanno di rischiare una sentenza sfavorevole, mettono in atto tutto ciò che possono per guadagnare tempo: la prescrizione in Italia è una grande alleata della difesa.

Ernesto Tedesco è un bravo avvocato (certamente molto più di quanto sia bravo a fare il Sindaco) e quando è in difficoltà cerca di guadagnare tempo, rimanendo immobile: un temporeggiatore, non certo un decisionista, che sa di avere il destino politico segnato e pensa che ormai l’unica cosa da fare sia quella di restare fermi e zitti, sperando - appunto - di guadagnare tempo. Oggi il problema di Tedesco si chiama Mari: inizialmente il primo cittadino ha creduto alla favoletta raccontata dalla presidente del consiglio comunale, che gli aveva assicurato che il suo passaggio in Fratelli d’Italia non solo sarebbe stato indolore, ma sarebbe servito a riportare il partito in maggioranza e a garantire la ricandidatura a Sindaco allo stesso Tedesco, che ha dato il suo appoggio alla manovra (che avrebbe dovuto coinvolgere anche il leghista Cacciapuoti), innescando invece una reazione a catena che rischia di mandare a casa tutta l’amministrazione e che comunque ha finito per avvelenare i pozzi.

Con tanta gente in mezzo al guado: in primis la Mari, certo, ma anche Mecozzi, che non ha seguito prima i consigli del suo ormai ex capo carismatico, Magliani, che ha fatto lo stesso pur di rimanere attaccato alla targhetta di vice-sindaco, Perello che cerca di difendere il posto del “suo” assessore Barbieri e Cacciapuoti, separatosi da Dimitri Vitali, che ha dimostrato di essere l’unico con un minimo di lucidità politica, novello Polifemo in un mondo di ciechi, anche lui rimasto inascoltato.

Mari ha fatto i conti senza l’oste: evidentemente pensando di poter far lei come Enrico Mattei, ossia utilizzando i partiti come taxi. Scesa in corsa da Forza Italia, che l’aveva appena portata quasi sull’uscio di palazzo Madama, ha provato a salire su Fratelli d’Italia per farsi spingere fino alla Pisana, insieme al suo potenziale compagno di accoppiata, Bertucci.

L’esito della riunione romana, tenutasi dinanzi ad Arianna Meloni e al coordinatore provinciale del partito Marco Silvestroni, pare però aver sortito tutt’altro effetto rispetto a quello sperato dalla Mari, che ha lasciato trascorrere tutta la settimana senza dichiarare la sua uscita dalla maggioranza, come indicato dal partito.

Probabile che faccia parte della nuova strategia concordata con Tedesco: far trascorrere il tempo per calmare le acque e poi provare a raggiungere la riva tra qualche settimana, con la campagna elettorale alle porte, chiedendo di rimandare ogni decisione sull’amministrazione comunale a dopo il 12 febbraio e sperando nel frattempo di essere candidata ed eletta. Ma pare troppo comodo, troppo facile poter pensare di decidere a giochi fatti. Quei “giochi”, per tutti, si chiuderanno molto prima.

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