SANTA MARINELLA – Rifondazione Comunista interviene in merito alla vicenda che ha visto il Comune essere oggetto da parte della Corte dei Conti di una richiesta di restituzione di cinque milioni di euro. «L’autodifesa di Tidei è quella di scaricare tutte le colpe sul commissario prefettizio – dice Rc - ma le cose stanno davvero come dice il Sindaco? In realtà la Corte dei Conti precisa che, a seguito della dichiarazione di dissesto, sono stati espunti dal bilancio ordinario del Comune i residui attivi e passivi conservati al 31 dicembre del 2017, per oltre 15 milioni di euro di residui attivi e 22 milioni di euro di residui passivi. La gestione ordinaria ha quindi beneficiato, fino ad oggi, del mancato rendiconto della passività accumulata prima del dissesto di circa sei milioni di euro, che ora vanno restituiti. Il documento della Corte dei Conti evidenzia inoltre la superficialità con la quale si affronta il problema della conservazione e gestione dei beni pubblici per l’assenza di procedure contabili per la compilazione e tenuta del loro inventario. Dall’assenza di un inventario dei beni pubblici, scaturiscono gravi irregolarità non solo gestionali ma anche contabili poiché le tariffe applicate dalla Multiservizi difetterebbero di una reale stima di congruità. In altre parole se non hai inventariato i tuoi beni pubblici, non sai nemmeno quanto valgano i servizi erogati per manutenerli. Il Comune versa alla Multiservizi un milione e 800 mila euro senza sapere esattamente quanto valgano i servizi erogati su un patrimonio pubblico non rendicontato né censito. Come vengono quindi decise queste tariffe? Con quali logiche si assume personale? Questa gestione incongrua è solo sciatteria o incapacità? La Multiservizi nacque proprio per volontà di Pietro Tidei, nel corso del suo primo mandato. All’epoca Rifondazione presentò al Sindaco un progetto di società in house della Regione Lazio basato su capitolati, ovvero sul rendiconto di proprietà e settori d’intervento. Tidei inizialmente accettò ma poi portò in Consiglio Comunale, senza alcun preventivo confronto, il suo progetto, in cui il Sindaco era socio unico ed i capitolati venivano accantonati. Il rischio era di creare il carrozzone clientelare ed è esattamente ciò che è avvenuto. Oggi la Multiservizi ha un CdA stipendiato dai cittadini. Il Sindaco – conclude Rifondazione - addossa le colpe del buco emerso dai bilanci della Multiservizi alla passata amministrazione. Sicuramente la passata amministrazione ha responsabilità gravi, ma Tidei sorvola con troppa disinvoltura sulle proprie responsabilità, tra cui c’è anche quella di governare con chi, in passato, avrebbe così mal operato».


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