Dopo il previsto esito elettorale, che ha visto anche a Civitavecchia Fratelli d’Italia diventare il primo partito, ciascuno si è affrettato a portare l’acqua al proprio mulino.

In primis, il sindaco Ernesto Tedesco, abituato ad usarla, l’acqua, per lavarsi le mani delle situazioni a lui poco congeniali, alla Ponzio Pilato.

Tedesco ha ribadito che lui non ha cacciato nessuno, e ha cercato di sfruttare l’assist di chi, come l’ex coordinatore del circolo Almirante, Paolo Iarlori, vorrebbe rientrare in maggioranza e si è presentato in tv a rivendicare, come sedicente dirigente nazionale del partito, i meriti del successo elettorale.

Ma si sa, mentre la sconfitta è generalmente orfana, la vittoria ha sempre molti padri.

Ma in questo caso diverse persone, a partire proprio da Iarlori, dimenticano quanto accaduto a Civitavecchia e stigmatizzato in primis proprio da colei che invece è la principale vera vincitrice delle elezioni ed artefice del successo di Fratelli d’Italia, in tutta la nazione: ossia Giorgia Meloni. Che proprio a Civitavecchia, ignorando il patetico “saluto” di Tedesco, che all’epoca ancora non era entrato in modalità salamelecco spinto, visto che FdI era in quel momento “solo” intorno al 15% secondo i sondaggi, venne a ricordare che Fratelli d’Italia qui era all’opposizione non per “personalismi” (come oggi qualcuno prova a sussurrare) o per una cattiva gestione amministrativa, o altre colpe o responsabilità degli assessori defenestrati, ma perché “in politica gli impegni e la parola data si rispettano” e il sindaco Tedesco, insieme a Lega, Forza Italia e Polo Democratico, i patti non li avevano rispettati, tradendo un impegno preso con gli oltre 4.000 elettori di Fratelli d’Italia e La Svolta, che avevano contribuito in maniera determinante al successo elettorale di Tedesco e del centrodestra a Civitavecchia. (per rinfrescare la memoria:

https://youtu.be/Rds3ZBs7FX4

Ora, è evidente che due anni dopo una estromissione tanto politicamente incomprensibile quanto lacerante, a un Tedesco la cui carriera politica è al capolinea, non può bastare dire che lui non ha cacciato nessuno e le porte sono sempre aperte per FdI.

Non si tratta di fatti personali, ma politici. Come ha detto la stessa Meloni. E vanno affrontati secondo le regole della politica, che sono molto semplici, in casi come questi: il rientro di Fratelli d’Italia può passare solo attraverso un patto di fine consiliatura che preveda l’azzeramento del quadro politico amministrativo, ripartendo dalla situazione ante “cacciata” di Grasso e Galizia. Un accordo su pochi essenziali punti programmatici prioritari da realizzare, con la sistemazione di quanto pubblicamente denunciato più volte in questi mesi da FdI e La Svolta e da ultimo, ma non da meno, il paletto irrinunciabile della non ricandidatura di Tedesco per il secondo mandato. Secondo le regole non scritte della politica questo sarebbe il modo più logico con cui proseguire. Ma a Civitavecchia, dove più che la logica finora ha contato cosa fosse scritto nell’oroscopo, sarà molto difficile che tutto questo possa accadere, salvo allineamenti astrali e pubblici ripensamenti quanto mai improbabili.

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