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Rincari che arrivano fino al 400%, bollette dai costi esorbitanti, impensabili fino a qualche mese fa, rincari esagerati. Chi si è “salvato” dalla pandemia dovuta al Covid 19 rischia oggi di cadere nel baratro. Le aziende cercano di far quadrare i conti, ma fino a quando potrà durare questa situazione?


Perché i prezzi del gas e dell’energia elettrica continuano a mettere in ginocchio le aziende. Basta vedere qualche bolletta per rendersi conto dell’impennata subìta dai costi. A soffrire sono tutti i settori ormai, nessuno escluso. Dall’agricoltura e fino al terziario, passando da distribuzione, la logistica e i trasporti che sono stati colpiti in questi mesi oltre che dall’aumento delle bollette energetiche da quello dei costi del carburante. C’è chi, in questo contesto, sta cercando di percorrere la strada che porta all’autosufficienza energetica, ma non è certo semplice ed immediato. Nel frattempo c’è da tamponare l’emergenza. Secondo le stime elaborate recentemente dall’Ufficio Studi della Federlazio e sulla base di una consultazione di un panel qualificato di imprenditori del territorio, l’aumento incontrollato dei prezzi dell’energia impatta in maniera pesantemente negativa sull’attività di almeno centomila imprese manifatturiere, commerciali e terziarie della Regione. Numeri che portano a riflettere e che preoccupano. Ma quale è la situazione a sul territorio? Secondo il presidente di Unindustria Civitavecchia Cristiano Dionisi «al momento gli effetti per le nostre aziende associate del territorio sono importanti ma non ancora al livello di limitarne l’operatività - ha spiegato - anche se c’è molta preoccupazione sia per gli impatti sui bilanci, che per le evoluzioni degli aumenti nelle prossime settimane». Sul tema degli aumenti dei costi energetici, Unindustria proprio in questi giorni sta monitorando con attenzione la situazione, «anche perché ormai - ha confermato Dionisi - sono mesi che le nostre imprese registrano rincari ovunque, dal carburante fino alle materie prime. Come Unindustria, attraverso l’appello del Presidente Camilli, abbiamo chiesto misure strutturali che vadano incontro ai settori produttivi maggiormente coinvolti. Inutile dire - ha concluso - che terremo alta la guardia».


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