Amici, ex giocatori ora arbitri. E per entrambi l’Associazione Italiana Arbitri ha rinnovato la fiducia per quanto fatto in questi due anni. Mattia Ubaldi e Andrea Ancora, di 32 anni il primo e più grande di qualche mese il secondo, saranno chiamati per il terzo anno consecutivo a dirigere le gare di Lega Pro. Trento, Alessandria, Entella, ma anche Torres, Ancona, Padova e scendendo ancora più giù piazza calde come Avellino, Foggia e Catanzaro. Sono solo alcuni degli stadi storici dello Stivale dove si recheranno i due fischietti ladispolani. Vantano anche delle apparizioni in Serie B come quarto uomo: Ancora per Spal-Alessandria, Cittadella-Ascoli, Benevento-Ascoli e Perugia-Lecce; Ubaldi per Perugia-Cosenza, Reggina-Brescia e Cosenza-Pordenone. Ecco perché sognare non è proibito per questi due non più giovani arbitri ma in loro soccorso c’è la stessa decisione dell’Aia che ha rimosso il limite di età nell’arbitraggio. Tolto anche il limite di permanenza in una categoria e anche quello delle gare minime. Per Ubaldi e Ancora quindi qualche chance in più di approdare al grande calcio. Hanno già svolto il raduno a Sportilia insieme a tutti gli altri arbitri testando la propria condizione atletica e svolgendo i consueti test. Il prossimo raduno previsto il 25 e il 26 agosto all’Acquacetosa di Roma, poi il 28 partirà la stagione in C e arriveranno molto probabilmente le prime assegnazioni per i due ladispolani. Mattia Ubaldi tra l’altro quest’anno ha arbitrato Roma-Trastevere, match che Mourinho ha voluto si giocasse a porte chiuse. In pochi forse sanno che per quanto si trovi in un livello così alto un direttore di gara di Lega Pro percepisce poco più di 100 euro nette a gara. E in più i soldi per le trasferte deve anticiparli di tasca propria. Ancora è un tecnico elettronico, consigliere della Pro Loco di Ladispoli, è anche un appassionato di musica: suona il sax nella banda “La Ferrosa” e cerca di non mancare mai negli appuntamenti più importanti del territorio. Il collega altro è tornato dalla Sicilia dove ha lavorato in una grande azienda come operatore manager spostandosi. Hanno provato a diventare calciatori ma presto si sono resi conto di avere un futuro come arbitri.
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