La settimana che si apre domani sarà decisiva per il futuro politico di Ernesto Tedesco. Il Sindaco, che come tutti sanno ambisce da tempo a uno scranno parlamentare, dovrebbe infatti dimettersi entro giovedì prossimo per potersi candidare alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre.

Vedremo quindi cosa accadrà: qualora riuscisse, dopo mesi di pressing sul coordinatore regionale della Lega Claudio Durigon, ad ottenere un collegio uninominale, o un posto abbastanza sicuro in un plurinominale, Tedesco saluterebbe tutti al Pincio, dovendo lasciare l’incarico da Sindaco entro una settimana dallo scioglimento anticipato delle Camere, avvenuto giovedì scorso, per poter sperare di essere inserito in un collegio o una delle liste, che saranno presentate il 21 e 22 agosto. Qualora così non fosse, Tedesco resterebbe al suo posto, ma senza più alcuna concreta prospettiva politica personale, se non quella di cercare una ricandidatura per palazzo del Pincio che per lui appare anch’essa oltremodo difficile da ottenere, dopo il disastro combinato con l’estromissione dalla maggioranza, ancora oggi rimasta senza alcuna vera motivazione di carattere politico, di Fratelli d’Italia e la Svolta.

La carriera politica di Tedesco è dunque a un bivio: o gli riesce il grande salto a cui sta lavorando fin da quando è stato eletto come primo sindaco leghista di Civitavecchia e tra i primissimi nel Lazio, oppure sarà condannato a cercare di concludere un mandato incolore, in cui sarà ricordato per essere stato il Sindaco del Covid che è riuscito, facendo harakiri, a sfasciare una coalizione che oggi non avrebbe avuto avversari, facendo peggio del suo predecessore grillino iper-criticato, Antonio Cozzolino.

Un Sindaco su cui Matteo Salvini aveva puntato forte per conquistare una città importante come Civitavecchia con il simbolo della Lega, tanto da far sedere Tedesco accanto a sé nella segreteria politica nazionale del carroccio. Ma Tedesco oggi evidentemente non è più tenuto così in considerazione ad alcun livello nel suo partito, che al vertice lo snobba e alla base, localmente, è in fase di implosione, con i numeri e le percentuali del 2019 che sono un ricordo lontano e sbiadito. Come l’immagine dello stesso Tedesco.

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