GIAMPIERO ROMITI

Dev’essersi addirittura spremuto le meningi per riuscire nella incredibile impresa di (dis)organizzare una “notte bianca”, rivelatasi nera come la pece. E colui che si sta rivelando uno straordinario specialista in flop, è riuscito nell’incredibile nuova impresa di non risultare all’altezza dell’importante ruolo conferitogli senza uno straccio di ragione (e di merito). Stiamo parlando di Dimitri Vitali, “pezzo” pregiato della giunta “tedeschista” essendo il titolare di commercio e urbanistica. Entrambe le cariche, non sfuggirà a nessuno, hanno una valenza straordinaria, ma alla luce dei disastrosi eventi che si susseguono (la difesa d’ufficio del proprio assessore da parte del gruppo consiliare è comprensibile epperò inutile e le innumerevoli chat dei negozianti in nostro possesso rappresentano la prova provata del fallimento della manifestazione) non è poi fantapolitica immaginare che Tedesco starà maledicendo il giorno in cui gliele ha assegnate.

Vabbè, potrebbe financo essere accaduto che il sindaco abbia dovuto prendere l’importantissima decisione obtorto collo, ciò nonostante la realtà oggigiorno è quella che è e il leghista ormai stabilmente riesce ad occupare la scena mediatica per le sue catastrofiche performances. Pure per quanto concerne il settore dell’urbanistica ha avuto, proprio recentissimamente, modo di finire nell’occhio del ciclone per aver redatto due delibere (approvate dalla maggioranza amica), santificate come “essenziali per la rigenerazione urbana e l’efficientamento energetico” e che il comitato interprofessionale (costituito da ingegneri, architetti, geometri, avvocati, commercialisti e Cna) considera “cariche di carenze”: dunque un’altra delle sonore bocciature del “salviniano”, di cui avremo comunque occasione di scrivere prossimamente. Per il momento restiamo alla “notte bianca”, organizzata praticamente all’insaputa di quasi tutti i titolari degli esercizi del centro e risultata un gigantesco fallimento. Le cause ? Intanto è stata annunciata solo all’ultimo momento, non permettendo così ai commercianti di prepararsi al meglio per affrontare un appuntamento così particolare. E la conseguenza di tale gravissima pecca è stata l’affissione di cartelli sulle serrande (tirate giù) dei negozi con la scritta: “Chiuso perché non avvisato dell’evento. Per tutto serve organizzazione e rispetto !!!).

Bè, si commenta da solo il nuovo scivolone “vitaliano”. Che non può passare sotto silenzio. Soprattutto da parte del Primo Cittadino, il quale (ritagliandosi magari qualche spazietto del lunghissimo tempo che dedica a piazzare la propria figura davanti all’obiettivo della macchina fotografica che lo immortala dappertutto e in ogni momento della giornata (in questi tre anni di legislatura crediamo che abbia speso una fortuna per acquistare almeno un centinaio, e oltre, di album dove figurano in bella mostra le sue infinite e più significative immagini), non può pensare di restare indifferente di fronte allo tsunami di proteste scatenatosi sui social.

Eppoi, non sorprenderebbe se l’avvocato prendesse
la (comprensibile e più che giustificata) decisione di girare verso il basso il pollice e rimuovere il “salviniano” dalla due poltrone che occupa. In tal caso a far traboccare il vaso della pazienza non sarebbe dipeso dalla dura reazione all’annuncio della succitata rigenerazione urbana che da più parti è stata piuttosto definita “degenerazione”; avrebbe invece un senso il “licenziamento” di Vitali per le incredibili cantonate prese una dietro l’altra nel giro di qualche mese.

La prima, la Fiera del Trattore, megafonata a pieno volume che avrebbe attirato migliaia e migliaia di presenze e invece naufragata nel nulla scatenando l’ira dei commercianti dissanguatisi economicamente per aver riempito i propri negozi di scorte rimaste invendute.

La seconda, l’annuncio (anche questo solenne manco fosse il raggiungimento dell’accordo di pace tra Russa ed Ucraina) della riqualificazione del mercato, che invece versa ancora oggi in condizioni talmente penose da indurre gli operatori ad accusare il Vitali “di non aver mantenuto nemmeno una delle promesse fatte”.

La terza, la notte bianca divulgata soltanto all’ultimo momento (provocando anche qui la vibrata reazione dei negozianti di varie zone che, come detto, hanno tenuto le serrande abbassate) ed appena pubblicizzata da qualche manifesto peraltro confezionato con un’inguardabile grafica. Quindi se tre indizi fanno una prova, nulla da eccepire se Tedesco desse il benservito al signor leghista, che certamente non sta rendendo un utile servizio al partito che rappresenta né alla coalizione governativa.

E la storia di questi primi tre anni di legislatura racconta che se accadesse sarebbe il nono cambio (il solo determinato da una più che valida e sacrosanta motivazione) di assessore, preceduto dagli otto di Claudia Pescatori, Roberto D’Ottavio, Simona Galizia, Massimiliano Grasso, Norberta Pietroni, Alessandra Riccetti, Leonardo Roscioni e Sandro De Paolis. I quali tanti fiaschi come quelli di Vitali non li hanno mai collezionati e ancora oggi non sono pochi che si chiedono il perché della loro destituzione.

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