Don Ivan Leto*

I capitoli 13-17 del quarto vangelo,  conosciuti come i "discorsi di addio", sono il testamento spirituale che Gesù lascia ai suoi prima di ritornare al Padre. Oggi commentiamo i primi versetti del primo discorso di addio (Gv 13,31-14,31). Tra i temi trattati da Gesù vi è il comandamento nuovo dell'amore (vv. 34-35). L'eredità o mandato che Gesù lascia ai suoi è "nuova". È nuova non perché è recente,  ma perché costituisce l'unico e radicale impegno della nuova alleanza instaurata da Gesù. È un amore reciproco "gli uni gli altri", per il quale nessuno è superiore all'altro e tutti necessitano dell'amore dell'altro. È nuova perché si fonda sull'amore di Gesù stesso "come io vi ho amato", che ci dà l'esempio di  come bisogna amare e allo stesso tempo ci dà la forza per farlo. Solo chi è amato e si sente amato è a sua volta capace di amare. L'amore sarà la carta d'identità dei cristiani perché è segno concreto di una forza misteriosa inaccessibile all'uomo: la forza dell'amore di Dio che si rivela nel suo Figlio. L'amore di Cristo è un amore che si dirige fattivamente all'altro, non rimane nelle espressioni accademiche ma scende nell'azione concreta. Noi dobbiamo imparare ad amare con lo stesso amore con cui lui ci ha amato. 

*Don Ivan Leto


parroco di san Gordiano


Diocesi Civitavecchia Tarquinia