CIVITAVECCHIA - Sit in di protesta dell'Usb, domani mattina a partire dalle 9,30, in piazza Regina Margherita a Civitavecchia, con volantinaggio contro il DDL Concorrenza - riforma “abilitante” per l’accesso ai fondi europei del PNRR - licenziato il 4 novembre dal Consiglio dei Ministri e attualmente in discussione al Senato.

"L’iniziativa si inserisce nella campagna nazionale “Fermare il DDL Concorrenza, difendere acqua, beni comuni, diritti e democrazia”, promossa da numerose forze politiche e sociali - spiegano dall'Usb - con il DDL, il Governo Draghi tende a generalizzare la privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali. Nell’articolo 6, che definisce le modalità di gestione dei servizi pubblici locali, si vorrebbe imporre come normale la privatizzazione e rendere residuale la gestione pubblica di tutti i servizi essenziali: gli Enti Locali che opteranno per la gestione pubblica dovranno giustificare il mancato ricorso al mercato attraverso procedure lunghe e farraginose. La loro scelta dovrà essere sottoposta al vaglio di organi esterni e rinnovata periodicamente, cosa non prevista invece nel caso della privatizzazione. Si rischia così di completare lo smantellamento della funzione pubblica e sociale degli Enti Locali. Per di più, il DDL prova a negare definitivamente l’espressione della volontà popolare sancita dalla vittoria nel referendum per l’acqua pubblica. Oltre a ciò, in particolare per quanto riguarda i porti, l’art. 3 del DDL Concorrenza punta ad abolire il divieto di cumulo delle concessioni nei porti, con il rischio evidente - hanno aggiunto - di arrivare ad una rapida ed incontrollabile privatizzazione delle banchine. Se a tutto questo si aggiunge che i grandi armatori vorrebbero addirittura eliminare il divieto di scambio di manodopera tra le diverse aree demaniali date in concessione alla stessa impresa, il rischio di veder cancellare nei prossimi anni la funzione delle Compagnie portuali è purtroppo molto concreta. Il DDL Concorrenza è un manifesto ideologico che, dietro la riproposizione del mantra “crescita, competitività, concorrenza”, si prefigge una nuova ondata di privatizzazioni di beni comuni fondamentali, dall’acqua all’energia, dai rifiuti al trasporto pubblico locale, dalla sanità ai servizi sociali e culturali, fino ai porti e alle telecomunicazioni".

Usb dice basta alle privatizzazioni perché "portano al sovrasfruttamento delle risorse naturali, peggiorano i servizi, aumentano le tariffe, annullano il controllo democratico - hanno sottolineato - riducono i diritti del lavoro, l’occupazione e i salari, aumentando la profittabilità e la precarietà. Veniamo da un periodo di emergenza sanitaria, siamo immersi dentro una drammatica crisi eco-climatica e dentro un drastico peggioramento delle condizioni di vita delle persone, ed ora anche dentro una nuova guerra all’interno dell’Europa. Affrontare queste sfide richiede un radicale stop a un modello sociale basato sui profitti, per costruire un’altra società fondata sul prendersi cura, sulla riappropriazione sociale dell’acqua e dei beni comuni, sulla gestione partecipativa di tutti i servizi pubblici".