CIVITAVECCHIA - "Una volta anche al comune di Civitavecchia c'erano le gare per assegnare appalti e servizi al miglior prezzo nell’interesse della collettività".

Inizia così una nota dei capigruoppo della Svolta, Fabiana Attig, e di Fratelli d'Italia Vincenzo Palombo.

"Negli ultimi tempi - si legge - invece, pare che siano le imprese a dettare le condizioni al Comune attraverso procedimenti che definire opachi è veramente riduttivo. Tutti ormai conoscono la vicenda Confservizi Lazio, che ha fatto gare d’appalto "fotocopia", che il Comune stesso ha dovuto annullare, ed annovera nel suo vertice gestionale anche amministratori di Civitavecchia, che dovrebbero avere una posizione terza. Ha fatto poi molto discutere la continua “parentopoli” per la quale i soggetti affidatari degli appalti del comune di Civitavecchia, o della municipalizzata, si trovano (certamente per coincidenza) ad assumere parenti diretti degli attuali amministratori. In questo contesto, si inserisce perfettamente l’appalto delle pulizie per il quale il Comune ha assegnato circa due milioni di euro ad una società (dove ovviamente non mancano parenti ed amici di amministratori locali) che però – udite, udite – si è aggiudicata i due milioni circa, senza di fatto aver mai vinto alcuna gara bandita dal Comune. Questa volta l’amministrazione ha quindi totalizzato un vero e proprio record di “stranezze”. Nell’ordine infatti:

- Ha eluso le sentenze del Tar prima, e del Consiglio di Stato dopo, che ordinavano al Comune stesso di rifare da capo una gara che, peraltro si era aggiudicata un altro operatore economico (il Consorzio Tedeschi);

- Ha quindi esposto la collettività al rischio di disastrosi contenziosi (che stanno piovendo sul Comune, intanto, sotto forma di diffide), la prima da parte di SGM e la seconda dal consorzio Teschi, che nei prossimi anni, pagheranno i cittadini. I civitavecchiesi potrebbero essere chiamati a pagare non meno di mezzo milione di euro perché i dirigenti del Comune e gli amministratori locali, che danno loro l'indirizzo, non hanno voluto rispettare le Sentenze;

- Ha affidato il servizio da 2 milioni di euro tramite Città Metropolitana, senza aderire ad alcuna convenzione con l'ente ne prima di indire la gara delle pulizie ovvero nel 2020 ne ora, quindi senza alcun titolo, ad una società di Udine che non è certamente partita con il piede giusto. Tale società, non rispettando la Legge, e con atteggiamenti a dir poco arroganti ha infatti messo alla porta dodici persone non rispettando una Norma fondamentale dell’Ordinamento della Repubblica. Ovvero la clausola sociale e visto il totale menefreghismo da parte dell’Amministrazione che anziché tutelare i diritti dei lavoratori, mette la testa sotto la sabbia come gli struzzi, quasi avesse paura a far valere la propria volontà nei confronti di questo nuovo “colosso” a cui hanno affidato il servizio. Va da sé - incalzano - che anche queste dodici persone si rivolgeranno ai Giudici con lo scontato risultato che il Comune, tra qualche anno, dovrà risarcire anche loro per il danno arrecato e per il trattamento a loro riservato anche dal punto di vista morale".

Per Palombo e Attig si tratta di un "disastro totale di cui beneficeranno solamente i neo assunti della società aggiudicataria che guarda caso, in alcuni casi, sempre evidentemente per una strana coincidenza, hanno gli stessi cognomi di alcuni amministratori locali. Al termine di questo “capolavoro”, con la prospettiva di pagare ingentissimi danni, i cittadini si troveranno a pagare un servizio per il quale il Comune di fatto, non svolgendo la gara, non ha ottenuto il normale “ribasso” ottenuto da tutti gli altri Comuni d’Italia. La ditta aggiudicataria ha chiesto 2 milioni di euro per pulire gli uffici del Comune ed il Comune, con una procedura la cui legittimità come detto sopra è anche discutibile, gli ha affidato l'importo richiesto, senza nemmeno interpellare chi avrebbe potuto fare risparmiare dei soldi pubblici, offrendo un prezzo inferiore. Il Comune (e quindi i cittadini) insomma paga due volte: oltre al danno (potenziale) anche la beffa di un costo superiore a quello ottenibile seguendo le norme del codice dei contratti pubblici".

Per questo motivo i capogruppo di FdI e Svolta presenteranno "una interrogazione a risposta scritta per conoscere le motivazioni sul perché si è preferito privilegiare una certa società eludendo una sentenza del Tar e del Consiglio di Stato esponendo nei fatti l’Ente a un quasi sicurissimo danno erariale di mezzo milione di euro e ci porremo in qualità di Consiglieri Comunali a supporto dei lavoratori per il grave danno subito e subendo in tutte le istanze che riterranno opportune".

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