FIUMICINO - Un’interrogazione a risposta scritta al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzio Catalfo, e al ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, per sapere «se il governo stia valutando di convocare un tavolo ministeriale per affrontare il tema richiamato in premessa e, più in generale, quali siano le iniziative che i ministri competenti vogliano adottare al fine di tutelare i lavoratori coinvolti». E’ quanto si legge nel documento protocollato dal senatore della Lega, William De Vecchis, a seguito della nuova lettera di licenziamento inviata ai 62 dipendenti dello stabilimento Opel di Fiumicino, dove, dal 1969, «operano magazzinieri e impiegati del centro di distribuzione ricambi, personale qualificato cui l’azienda non ha concesso nessuna alternativa concreta, limitandosi a comunicare con pochissimi preavviso l’intenzione di porre fine al rapporto di lavoro». «Alla base della vicenda c’è la recente acquisizione della casa automobilista tedesca - scrive De Vecchis -, facente parte della divisione europea della General Motors, da parte del gruppo francese PSA, proprietario dei marchi Citroën, Ds e Peugeot; l’acquisizione da parte del gruppo PSA, se da un lato ha creato un colosso, dall’altro ha spinto il gruppo francese ad avviare una generale riorganizzazione. Da qui la decisione di chiudere lo storico stabilimento di Fiumicino, con l’obiettivo di esternalizzare l’attività del magazzino con un servizio di outsourcing. Nonostante la prima procedura di licenziamento sia stata revocata dopo una contestazione da parte dai sindacati, nei giorni scorsi l’azienda ha fatto pervenire ai 62 dipendenti una nuova lettera, recante la comunicazione del licenziamento collettivo». Per il senatore della Lega, «le alternative al licenziamento, in realtà, non mancherebbero: in quanto per i lavoratori interessati si potrebbero prefigurare il ricollocamento presso i centri di Tiburtina e Collatina, l’assorbimento da parte dei soggetti che subentreranno ad Opel oppure la cassa integrazione; l’azienda ha altresì due sedi in Lombardia, una a Milano in via Gallarate n. 199, dove operano circa 150 dipendenti, l’altra a Pregnana Milanese in via Vanzago n. 22, dove lavorano 58 dipendenti, sedi presso le quali si potrebbe valutare di collocare alcuni dipendenti del polo di Fiumicino».