CIVITAVECCHIA - Un progetto di sviluppo di ascolto e protezione delle vittime in condizione di vulnerabilità. È quello che vede protagonisti Asl Rm4, Procura di Civitavecchia e Ordine degli psicologi del Lazio, con il direttore generale Giuseppe Quintavalle ed i presidenti Andrea Vardaro e Nicola Piccinini che hanno sigliato questa mattina l'intesa, ritenendo indispensabile impegnarsi ad attivare un sistema di interventi per ridurre i rischi di vittimizzazione secondaria, ovvero che l’impatto con l’autorità giudiziaria, evitando di produrre disagio e conseguenze psico-fisiche sulle persone con fragilità coinvolte.



L’obiettivo generale di protezione del benessere delle vittime coinvolte in procedimenti per presunti abusi, violenze o maltrattamenti in famiglia, si declina attraverso il raggiungimento di obiettivi specifici: garantire una accoglienza mirata, promuovere ampia collaborazione con la magistratura, fornire informazioni di prima accoglienza psicologica a tutte le vittime e alle loro famiglie, migliorare le conoscenze e le competenze relative al rischio di violenza, potenziare la sinergia tra i diversi snodi territoriali e garantire la valutazione e il monitoraggio di tutte le azioni implementate



All’atto pratico tutte le azioni prevedono una "fase zero" organizzativa e di progettazione specifica, una "fase A" che prevede l’attivazione del Servizio di ascolto e orientamento per le vittime di reato, che sarà rivolto a tutte le tipologie di vittime. La Procura della Repubblica di Civitavecchia e la Asl Roma 4 si sono attivate in modo da mettere a disposizione uno spazio di ascolto che sarà operativo per due giorni a settimana, una mattina e un pomeriggio per un totale di 8 ore, presso la Procura di Civitavecchia in un’area dedicata e raggiungibile telefonicamente, via posta elettronica e di persona. Il servizio sarà configurato come un “contesto specialistico di consulenza” . le risorse da impiegare nel servizio (5 psicologhe/i) saranno reperite dalla Asl Roma 4 con procedura selettiva.



La fase B prevede l’adeguamento di spazi e procedure interne alla Procura di Civitavecchia in adeguamento alla normativa vigente e alle linee guida sulla raccolta della testimonianza di vittime vulnerabili e in condizioni di vulnerabilità. La fase C prevede l’erogazione delle consulenze di sportello all’interno del Servizio. Le fasi D e E prevendono l’implementazione di una serie di azioni di rete mirate a migliorare la condivisione operativa a tutti i livelli e fasi dell’intervento. La fase F garantisce la qualità dell’iniziativa progettuale ed è trasversale a tutte le altre. 



Il progetto si rivolge a vittime che possano essere considerate particolarmente vulnerabili ai sensi degli art. 90-quater e 351.1 ter, vittime che si trovino in situazioni che le espongano particolarmente a un rischio elevato di danno, quali le persone vittime di violenze reiterate nelle relazioni strette, vittime di violenza di genere e persone vittime di altre forme di reato in uno Stato membro di cui non hanno la cittadinanza o in cui non risiedono. Operatori dei servizi socio-territoriali, forze dell’ordine, scuola e enti del privato sociale.



Il progetto prevede un lavoro di progettazione che inizia ora e raggiungerà la piena operatività a partire dall’inizio del 2020. "È indispensabile rafforzare la rete territoriale di sostegno a tutte le vittime con fragilità - spiegano dalla direzione strategica della Asl - la collaborazione, i protocolli di intesa e i progetti condivisi tra enti locali, associazioni, unite al fondamentale lavoro delle forze dell’ordine, devono creare la maglia solida e sicura di questa rete di relazioni e collaborazioni fondamentale per quelle persone che tra tutti hanno maggiormente bisogno di sicurezza e supporto".