di TONI MORETTI



CERVETERI - Ed eccoci giunti al “Day After”. Il giorno dopo l’evento storico che ha reso Cerveteri “l’ombelico del mondo” per una notte. La grande festa che non si vedeva dall’era degli Etruschi e che soltanto un sindaco deciso, intraprendente e lungimirante è riuscito a fare a costo zero per l’amministrazione e a tutto vantaggio di cittadini preoccupati prima ma entusiasti oggi che rafforzano il coro della grancassa propagandistica mediatica che si è sbizzarrita nel tessere elogi all’artista, Jovanotti, al Priore benedicente, Gianni Morandi, definito dal primo “Il Cantante”, appellativo azzeccato, appropriato e meritato. Gente entusiasta, dicevamo di aver ricevuto tanta elargizione di “Circense” che la terrà distratta da quanto fatto sulla loro Campo di Mare, di quanto trasformato, di quanto modificato, a favore e nell’interesse di chi, che è ancora tutto da vedere, se nel rispetto delle regole o se nel “famo purché se faccia”, che ha caratterizzato in molti passaggi, l’azione di questo sindaco e di questa amministrazione che a dispetto di chi ci spera, ancora regge, nonostante presunte scazzottate e smottamenti che, in condizioni normali, sarebbero sintomi di qualcosa che si sgretola. Per tanto potrebbe essere inutile dire il giorno dopo che la spiaggia è stata lasciata sporca in forma non differenziata, a differenza di quanto è stato promesso, e che l’onere più gravoso è quindi toccato agli operatori della Camassa che dalla mattina presto hanno portato via furgonate e furgonate di sacchi blu con dentro di tutto, plastica e bottiglie, carta ed altro, tutto insieme, alla faccia dei volontari che forse hanno funzionato soltanto per permettere “all’ambientalista” amico di fare i cappellini, ritagliandosi senza ombra la sua parte di profitto alla collaborazione prestata. Potrebbe essere inutile parlare delle associazioni che dall’Abruzzo alla Calabria hanno scritto al ministro dell’Ambiente e a quello dei beni culturali, sollevando delle riserve sulla possibilità di fare questo tipo di eventi in “spazi naturali, semi-naturali o che presentano una residua naturalità” citando anche Campo di Mare e la Palude di Torre Flavia, documentandola con delle immagini di ciò che era prima e di ciò che è diventata oggi, tanto rimane, per la “plebe” come è ormai chiaro che si intende il popolo, l’evento, che fortunatamente si è svolto in maniera perfetta e senza danni, grazie anche al supporto perfetto apportato da tutte le forze dell’ordine che hanno gestito la sicurezza. E probabilmente è inutile parlare anche del fatto che è stato eticamente scorretto nei confronti dei consumatori, gli spettatori del concerto che hanno pagato il biglietto, trovarsi coinvolti a loro insaputa, nella sperimentazione 5G di TIM, imposizione inopportuna dal momento che è stato pagato un biglietto di ingresso e che in fin dei conti, per non subirla si sarebbe dovuto soltanto rinunciare all’evento. Rimarranno le “lacrime liberatorie” del sindaco Pascucci, i messaggi di complimenti, gli incentivi a continuare per questa strada e la sua commozione nel ricordo di: «La telefonata (durante un convegno a Milano) che annunciava che avremmo potuto essere la tappa del Jova Beach Party; i sopralluoghi al mare con un vento gelido, nei giorni di Natale; la disponibilità immediata della Capitaneria di Porto, della LIPU, per delle perlustrazioni preventive; Celso Caferri, Alvaro Ciucci e Guido Baranello chiamati di corsa e in gran segreto a poche ore dal Natale nel mio ufficio per chiedere di spostare lo stabilimento dell’Associazione Nautica per consentire l’evento (e quel meraviglioso “sì” convinto loro e dei Soci dell’Associazione); l’annuncio della data (e anche le infantili polemiche connesse); i tentativi maldestri di molti di far saltare l’evento, di alcuni (i soliti) consiglieri comunali di opposizione di mettere i bastoni fra le ruote, le fake news montate ad arte e cavalcate da certa “stampa” locale; e poi tutto il resto: sette mesi di lavoro ininterrotto di enti, associazioni, dipendenti comunali e funzionari, consiglieri, assessori». 

E la soddisfazione che: «È stata una festa. Una vera festa sulla nostra spiaggia, al chiaro della luna di agosto sopra i nostri cieli. Con un pubblico attento e mai fuori dalle righe, e che anzi ha saputo raccogliere l’invito finale dell’artista a lasciare l’area più pulita di come era stata trovata.

Quando Jovanotti ieri ha parlato degli Etruschi e del nostro mar Mediterraneo (“mare di tutti”, ha detto) per un attimo ho davvero capito perché eravamo lì, a cosa era valso tutto quello sforzo, tutte quelle apprensioni, tutte quelle ansie, tutte le arrabbiature. Tutto quel dover convincere molti che il sacrificio necessario sarebbe stato ripagato. Eravamo lì perché siamo orgogliosi della nostra storia. Perché siamo etruschi del Mediterraneo. E vogliamo far sapere a tutto il mondo che Cerveteri è pronta. Pronta a diventare di nuovo un faro di cultura e di civiltà».

Rimarrà quanto dice Città Metropolitana il giorno dopo: «La location scelta per l’evento è stata una spiaggia in prossimità del Monumento Naturale Palude di Torre Flavia, riserva gestita dalla Città metropolitana. Un ecosistema dai fragili equilibri, un’oasi in cui molte specie animali sostano e si riproducono durante il periodo estivo, compreso il fratino, di cui tanto si è parlato e che da sempre la CM tutela e protegge attraverso campi di monitoraggio e attività di volontariato in collaborazione con importanti associazioni. A seguito degli incontri tenuti con tutti gli attori coinvolti, con le forze dell’ordine e la Prefettura di Roma, in previsione dell’arrivo di circa 40mila spettatori  e per scongiurare eventi che potessero mettere a rischio questo prezioso patrimonio faunistico, si è ritenuto opportuno impiegare tutte le forze necessarie per proteggere la biodiversità e  per  evitare incidenti dovuti all’assenza di luce nel caso in cui soggetti estranei avessero utilizzato la riserva come luogo di transito verso il concerto. Così dalle 6.30 di lunedì mattina gli operatori, in collaborazione con la polizia locale distaccamento di Bracciano, hanno posizionato transenne e nastri per impedire l’accesso nelle zone più sensibili della riserva. Il giorno 16, giorno dell’evento, la Riserva è stata presidiata dal personale della CM che ha coordinato  un nutrito gruppo di volontari delle associazioni Lipu, volontari Amici di Torre  Flavia, Guardie zoofile Nogra e Guardie Italcaccia. Grazie alla collaborazione di tutti i lavori si sono svolti in un clima di tranquillità, al momento non sono stati riscontrati danni e si sta provvedendo alla rimozione delle transenne e dei nastri. Nei prossimi giorni, avremo a disposizione i dati riguardanti l’avifauna per avere un completo quadro della situazione. Il vicesindaco Teresa Maria Zotta ed il consigliere delegato Giuliano Pacetti ringraziano quanti hanno collaborato con impegno alle attività volte a tutelare un bene prezioso come la nostra Riserva e a garantire la pubblica incolumità».

«Sì, ne sono convinto: questa è l’alba di una nuova era», conclude Pascucci. Rimane da capire solo quante “Ostilie” dobbiamo ancora salvare.