TOLFA - Ancora successi per l’eclettica e poliedrica artista tolfetana Eugenia Serafini, la quale dopo aver ottenuti premi prestigiosi per la sua arte pittorica, per le sue poesie, le sue sculture,  questa volta ha entusiasmato tutti con il suo libro ‘’fresco di stampa’’, presentato lo scorso 10 aprile, dal titolo: ‘’Il Preside che camminava sui rami di pino e i Racconti della Luna’’ con la prefazione di Marcello Carlino e la postfazione di Nicolò Giuseppe Brancato. Le meravigliose illustrazioni e l’acquarello di copertina sono invece della stessa Eugenia Serafini.



La serata si è aperta con il saluto del copresidente della FUIS prof. Natale Antonio Rossi che ha ricordato lo scomparso amico Alberto Toni, in memoria del quale è stato dedicato l’evento, ed è proseguita con le preziose relazioni del prof. Marcello Carlino, che ha elogiato il libro; la scrittrice Anna Manna ha sottolineato ‘’lo stretto rapporto sinestetico tra il fare arte e lo scrivere stesso di Eugenia Serafini’’ mettendo in evidenza la continua e interessante ricerca svolta dalla nostra scrittrice.



Infine si è registrati l’intervento del prof. Nicolò Giuseppe Brancato, che ha ricordato i grandi maestri dell’Università della Sapienza, da Natalino Sapegno a Antonio Traglia, a Ettore Paratore, a Giuseppe Becatti, a Lombardi  che negli anni ’60 hanno formato personalità della cultura quali Eugenia Serafini e lui stesso. Grande empatìa hanno suscitato le Performance poetiche della scrittrice. L’evento si è chiuso con la Performance “L’Onda dell’Haiku” ideata e condotta dalla Serafini insieme ai poeti Anna Manna, Iole Chessa Olivares, Amedeo Morrone, Alessandra Carnovale, Anna Avelli, Sivana Leonardi, Lidia Popa letta da Candina Camarca.



“L’epigrafe, presa in prestito da Breton, ci mette sull’avviso. Ma sono le funzioni e i caratteri del testo a testimoniare, senza possibilità di smentita, che gli intrattenimenti con il surrealismo, in questo libro, sono tutt’affatto necessari, determinanti - spiega il prof. Marcello Carlino - è la specularità tra scrittura e illustrazione, un ‘’colloque’’ libero e pure renitente a qualunque mimesi  a slargare uno spazio-cuscinetto, una fascia di confine bianca di silenzio, un enclave impregiudicato alla stregua di un porto franco, che interdice la puntualità referenziale degli assunti e accenna a trascinarli altrove».



Nicolò Giuseppe Brancato, archeologo e storico dell’Arte definisce questo libro: «Una pubblicazione di grande fascino, una raccolta di ‘’novelle fantastiche’’ ispirate da una fantasia fervida della quale lei è abbondantemente dotata, sorretta e rafforzata com’è da una profonda e vasta cultura. I testi qui raccolti hanno una storia: è una storia di ricerca ed approfondimento linguistici ed espressivi, ma è anche una storia nel senso letterale, cronologico. Essi coprono un vasto arco temporale, che va dai passati anni ’90 al 2016. Il carattere di gradevole e profonda lettura che queste novelle, doverosamente dedicate ad André Breton, posseggono è il risultato di una lunga ricerca sia grafica che sintattica che, partendo dagli interventi tipografici, giunge ad una semplificazione espressiva sapiente e colta».