di GIULIANA OLZAI



CERVETERI - Sala Ruspoli stracolma per la presentazione del libro della psicologa forense e criminologa investigativa, Roberta Bruzzone, “Io non ci sto più – Consigli pratici per riconoscere un manipolatore affettivo e liberarsene’’. 

«E’ un libro che nasce da un’esperienza di 20 anni sul campo – ha spiegato Bruzzone – L’obiettivo è quello di trasferire questo tipo di conoscenze anche ai non addetti ai lavori. E’ un libro molto pratico e ci sono tanti esempi chiari e concreti. Le trappole vengono descritte nel modo in cui si manifestano con l’obiettivo di arrivare a chiunque, anche a chi non ha particolari strumenti culturali, ma può essere a maggior ragione, per certi versi, vittima di determinati tipi di soggetti che approfittano magari della sua ingenuità o della sua buonafede. Quindi è un libro dedicato a smascherare in chi in mezzo a noi tenterà di nutrirsi delle vostre  migliori qualità, dei vostri talenti, delle vostre energie, del vostro affetto e anche della vostra paura. Credo sinceramente, perché ho ricevuto tante conferme da persone che hanno letto il libro, a 360 gradi, quindi in ogni ambito sociale che obiettivamente, questo libro, un punto particolarmente utile lo trasferisca e sia molto concreto perché non affronta le dinamiche profonde del narcisismo. E’ un libro che analizza in maniera precisa e chirurgica come si comporta questo tipo di soggetto. E’ un predatore emotivo e come tale non può fare a meno di mietere vittime».  

«E’ applicabile in ogni tipo di scenario – continua la criminologa - perché una volta individuate quelle che sono le principali trappole che questi soggetti tendono alle vittime, in realtà parlo della manipolazione genitoriale, della manipolazione sul luogo di lavoro e della manipolazione sulla coppia chiaramente. La maggior parte dei soggetti che descrivo rientrano in quello che si chiama disturbo narcisistico di personalità. Quindi partiamo da tratti di personalità specifici molto chiari che passano attraverso l’egocentrismo, la totale assenza di empatia, l’incapacità di provare senso di colpa, il costante bisogno di adulazione e di ammirazione da parte del prossimo e purtroppo una spiccata propensione a generare sofferenza negli altri, perché questo tipo di condizione nutre profondamente la scarsissima autostima che questi soggetti nutrono. Alla base di un soggetto manipolare di natura narcisistica c’è un io molto fragile, un io degradato, un io depotenziato, un io piccolo piccolo. In qualche modo l’esigenza di questi soggetti è fare in modo che nessuno veda l’io per come è, quindi fortemente inibito e fragile, e veste in qualche modo una corazza che può essere evidente o più subdola e per certi versi più pericolosa, i cosiddetti passivo – aggressivo».   

Una spiegazione quella della Bruzzone che coinvolge la platea presente che segue silenziosa e attenta  perché corredata di esempi così diretti tanto da dare l’impressione che ognuno ci si poteva immedesimare.

«Dinamiche manipolative gravi perché il soggetto punta a trattenere a se tutti quelli da cui può trarre un vantaggio – ha precisato  Bruzzone - E’ questo è un parametro che dovete fissarvi in testa. Se avete a che fare con un manipolatore non vi potete sbagliare. Conta solo ed esclusivamente quello che vuole fare lui o lei, contano solo i suoi bisogni, conta solo quello che in qualche modo accade a loro. Perché non è in grado di vedere oltre a se. L’altro esiste solo in quanto soggetto da sfruttare ma solo in quella funzione. Nel momento in cui qualcuno non si lascia manipolare diventa un nemico da abbattere  con ogni mezzo, con ogni tipo di menzogna e con ogni tipo di modalità. Questi tipi di soggetti non comunicano per comunicare comunicano per ingannare e confondere».  E qui Bruzzone  spiega che questi soggetti sono consapevoli di quello che fanno e non conoscono altro modo di stare in relazione perché «sono tratti di personalità che una volta instaurati è difficilissimo, anzi praticamente impossibile modificare. Il livello di gravità del profilo può essere variabile ma indubbiamente se ci sono questi tratti resteranno per l’intera vita del soggetto».  

«Occhio – tuona Bruzzone – perché questo tipo di soggetto lavora proprio sul desiderio della vittima di essere approvata, di essere accolta, di essere amata perché spesso le vittime arrivano da genitori che a loro volta son stati manipolari.  Non si nasce manipolatore o vittima e lo si diventa quando si è esposti a modelli genitoriali che hanno delle caratteristiche specifiche e che nel libro vengono puntualmente descritti».  Infine l’ultimo accenno su una griglia di area criminologica applicata però su comportamenti osservabili da chiunque,  presente nel libro, che da la possibilità di stabilire in maniera scientificamente validata, se il soggetto che si vuole analizzare a tratti di matrice narcisistica maligna. Quindi una lista di indicatori, comportamenti che vengono descritti in modo tale che chiunque la legge ha uno strumento agile per comprendere se il soggetto che sta esaminando potrebbe essere un probabile manipolatore. 

«E’ importante divulgare questo tipo di conoscenze – ha spiegato Linda Corsaletti, criminologa di Cerveteri e coordinatrice dell’evento – Questo libro può essere considerato uno strumento salvavita perchè scritto con un linguaggio fruibile a tutti, perché chiunque può incappare nella trappola del manipolatore».