CIVITAVECCHIA - Tutti contro tutti. Potrebbe essere rappresentata così oggi la politica civitavecchiese, con una maggioranza a pezzi da una parte, divisa in un cerchio magico inconcludente e alla continua caccia di streghe e un gruppo formato da tre grilline rivoltose pronte a battersi su ogni provvedimento nell’interesse della collettività, dall’altra una opposizione variegata, formata da consiglieri onnipresenti e incisivi su ogni atto amministrativo e consiglieri che di tanto in tanto si ricordano di essere stati eletti e che sparano a salve per ricordare alla città la loro esistenza. In tutto questo deve necessariamente esserci un bersaglio: il presidente del consiglio comunale Alessandra Riccetti. Troppo scomoda per la maggioranza, troppo in vista per l’opposizione. Meglio evitare confronti sul resto e tentare di impallinare chi ha deciso di distinguersi, tirando dentro anche le altre due grilline rivoltose, Raffaella Bagnano e Fabrizia Trapanesi.



Il consiglio comunale di mercoledì ha riacceso gli animi, tanto che Andrea D’Angelo dalla minoranza nel corso di una trasmissione radiofonica su Idea Radio ha rivolto accuse ben precise alla presidente del consiglio: «Ho lasciato l’aula Pucci perché schifato dal comportamento della Riccetti - ha dichiarato - ci ha invitato ad uscire dai banchi per far mancare il numero legale e poi è rientrata. Nessuna intenzione di sfiduciare il sindaco da parte delle tre consigliere - ha affermato - ma una presa di posizione per ottenere qualche altra cosa in cambio. Non vedo un atteggiamento vero, ma una finta lite con astensione».



Ma sarà andata proprio così? Davvero la Riccetti ha provato a mettere su l’opposizione per far mancare il numero legale alla maggioranza insieme a Bagnano e Trapanesi? E allora, perché sarebbero rientrate, votando tra l’altro in alcuni casi in maniera diversa rispetto al resto del M5S? Nella polemica si inserisce con un tempismo perfetto Marco Pucci (M5S). Il consigliere sa bene che i capigruppo (presente Emanuele La Rosa M5S) avevano deciso di invertire l’ordine del giorno per consentire a De Paolis di intervenire sulla mozione di Grasso riguardante il forno crematorio. Lo sapeva (forse) anche in consiglio e avrà notato l’assenza proprio di De Paolis all’atto di discutere la mozione. Però pone delle domande alla Riccetti. Vorrebbe sapere i motivi che hanno indotto la presidente a chiudere i lavori del consiglio senza la discussione della mozione: «Chiedo pubblicamente alla presidente su quali basi ha deciso di venire meno ai suoi doveri». Scarsa conoscenza del regolamento? Disattenzione? A Pucci sfugge l’ovvio. 



Geniale invece l’idea di Mirko Mecozzi, che chiede che venga applicato un taglio al costo della politica del 50%. Attacca i grillini e dice la sua: «Non digeriamo i falsi profeti che con una mano danno e con due prendono».  La mozione è pronta, ma Mecozzi sarà in grado di dare il buon esempio? Barbani lo ha già fatto, restituendo il gettone di presenza, lui no. Altro che falsi profeti.