di MARCO SETACCIOLI

È ormai scontro aperto nel centro sinistra dopo la pubblicazione del documento in cui quasi tutti i partiti dell’Unione (fatta eccezione per Ds e Verdi) chiedono che non sia Tidei il nuovo presidente dell’Autorità Portuale.
Sul piede di guerra naturalmente i Ds che in una riunione straordinaria della segreteria, svoltasi domenica, hanno ribadito la disapprovazione rispetto all’utilizzo «di veti di carattere non politico come è avvenuto nei confronti di Pietro Tidei. D’altro canto – si legge nel documento – il nostro Partito non ha mai sollevato pubbliche obiezioni nei confronti di altre candidature nell’arco de L’Unione, essendosi limitato a sostenere le proprie ragioni senza mai inficiare strumentalmente quelle altrui. In tale contesto la Segreteria dei DS sottolinea la responsabilità dei partiti firmatari di quel documento, non riuscendo ad individuare in ciò finalità autenticamente unitarie. In ordine alla necessità di un confronto largo e condiviso, li invita a dimostrare di voler creare realmente le condizioni per quel dialogo al quale i DS avevano dichiarato di essere pronti e disponibili, ai fini della discussione dei problemi inerenti alla imminente campagna elettorale».
Ancora più duri i diessini Magliani e Petronilli, secondo i quali «non è questa la strada per ricomporre il centro sinistra, ma si tratta bensì dell’espressione di una ostilità aperta contro i Ds e non solo contro Pietro Tidei. La vera preoccupazione comune dovrebbe essere invece secondo i due ex consiglieri della Quercia la non riconferma di Moscherini alla guida del porto. «Questa omissione – dicono – fa sorgere il sospetto che si voglia mettere in discussione l’organizzazione del potere diessino. Lo scioglimento del Consiglio comunale non ha evidenziato solo una difficoltà di rapporti nel Centrosinistra ma anche e principalmente il ruolo che il potere portuale ed i suoi gruppi di pressione hanno esercitato sulla coalizione e sul resto delle componenti del Consiglio comunale. Perciò riteniamo che nella presa di posizione ci sia un equivoco di fondo che può essere letto come non rispondente ad una reale volontà di rinnovamento della politica».
Critico invece l’esponente di Unione Democratica Marco Galice, secondo cui la prima preoccupazione del’Unione dovrebbe essere quella di sedersi attorno ad un tavolo anziché mettere in cima alla lista la corsa alla presidenza del porto. La strada era insomma quella di «confrontarsi, guardare avanti e analizzare strategie programmatiche unitarie, tracciando un immediato identikit del possibile candidato sindaco di tutto il centrosinistra, mi sembravano il logico percorso da intraprendere. Non credo che si possa ricostruire l’Unione sulle vendette da consumare e sui personalismi esasperati quando occorre realizzare progetti e programmi. È difficile che la città, la quale vive una fase di estrema crisi, ottenga qualcosa di positivo da un certo approccio alla politica. Mi pare chiaro – conclude Galice – che stanno ancora una volta prevalendo i personalismi».