CIVITAVECCHIA - Il 7 luglio prossimo dovrà lasciare la propria abitazione a seguito di uno sfratto esecutivo, ma ha già promesso che si trasferirà in auto sotto Palazzo del Pincio, con figli adolescenti e padre invalido al 100% per far sentire ancora la propria voce e per dimostrare al Sindaco che lei, di un aiuto, aveva davvero bisogno. Patrizia non ci sta. Non è infuriata contro il proprietario di casa a cui continua a pagare l’affitto, seppur con difficoltà. Il suo rammarico, la sua rabbia è rivolta tutta al Comune, «perchè mi hanno illuso - ha spiegato - anzi, mi hanno presa in giro. L’ultima è stata lunedì pomeriggio la segretaria del sindaco Moscherini che alla fine mi ha detto che non erano problemi suoi e non poteva farci niente. Ma come, mi chiedo, dopo tutti questi mesi, dopo che mi hanno fatto promesse su promesse, questa è la risposta?». La signora Patrizia vive a via Leopoli con due figli di 14 e 16 anni, che ha in affidamento esclusivo da gennaio. Il più piccolo soffre di disturbi a livello psicologico. «Lo avevo detto già qualche anno fa che aveva bisogno di visite - ha aggiunto - ma i Servizi Sociali dissero di no, che mi sbagliavo. Oggi invece mi danno ragione, ma mio figlio, purtroppo, non è migliorato». I problemi poi non mancano con un padre invalido al 100%. «Ho provato a cercare casa - ha spiegato - ma ovviamente chiedono buste paga o garanzie: io il lavoro l’ho dovuto lasciare qualche anno fa per riavere i miei figli: ero marittima. Oggi come faccio a trovare casa in queste condizioni? Così è da un anno che cerco di parlare con il SIndaco: l’unica volta che ha ricevuto i cittadini è stato sotto elezioni, poi è sparito di nuovo. In segreteria mi avevano fatto scrivere una richiesta, senza ricevuta e senza prestampato, per quei bungalow a San Liborio (il Villaggio della solidarietà ndr) : ma magari andarci! Nessuno mi ha fatto sapere più nulla. Chissà che fine ha fatto la mia richiesta. La proposta era di cercare con il proprietario di casa un compromesso: una proroga fino alla costruzione di queste casette o alla concessione di un altro appartamento. Ma il Comune non si è neanche mosso, i servizi sociali lo stesso, per le case popolari è tutto bloccato: la conclusione è che io e la mia famiglia, tra qualche giorno, saremo in mezzo ad una strada».