La retrocessione della Nc Civitavecchia, la seconda in due anni, non può passare in cavalleria tanto facilmente. È vero, negli ultimi anni la città ne ha dovuti digerire di bocconi amari, con diverse discese di categoria nei vari ambiti, ma quello della pallanuoto è un episodio decisamente diverso, sia per quello che è avvenuto nelle ultime stagioni, che per l’importanza che questo sport assume in città e che esula, addirittura, dal mondo settoriale stesso.

Una retrocessione, quella della Nc, che non si può definire non meritata. Lo dicono i dati: solo otto punti ottenuti, con due vittorie in 21 partite. Decisamente troppo poco per poter sperare in qualcosa di positivo.

E anche le prove lo hanno dimostrato. Pur considerando il fatto che i giocatori hanno dato il loro contributo e non hanno mai avuto crolli clamorosi, tipo quelli visti nel girone Nord da parte dell’Imperia, avevano sempre qualche tacca in meno, dal punto di vista tecnico, rispetto agli avversari. Ma non a tutti.

La sensazione è che il Civitavecchia non sia assolutamente inferiore all’Ischia, anzi, forse ha anche qualcosa in più rispetto ai campani.

E su questo c’è del rammarico e in occasione del match della Scandone la squadra poteva e doveva fare di più, non concedendo quell’incredibile 7-1 nei primi nove minuti dell’incontro.

È vero che poi i rossocelesti hanno ricucito quasi tutto il margine, arrivando fino a -1, ma poi hanno pagato caro lo sforzo per rientrare nel finale, subendo un altro break degli avversari.

E probabilmente erano in pochi coloro i quali scommettevano in un risultato positivo.

Anche al PalaGalli, al di là delle dichiarazioni di circostanza, non c’era questa grande carica per raggiungere un traguardo che avrebbe potuto zittire gli scettici, che, settimana dopo settimana, sono aumentati. Eppure ad inizio stagione c’era un’atmosfera positiva nell’ambiente.

Sfruttare l’accettazione del ripescaggio nella cadetteria come trampolino di lancio per una rinascita della Nc e dimostrare a tutti che la prima discesa in serie B era stata frutto solo di una serie di sfortune e di avversità, ai quali la Nc non aveva potuto reagire. E le cose non erano certamente partite male.

Dopo l’accettabilissima sconfitta con la Lazio, gli uomini di Marco Pagliarini avevano giocato una bella gara nell’esordio casalingo contro l’Ancona, mettendo in tasca i primi tre punti. Peccato che è stato il momento stesso in cui, forse, si è cominciato a non crederci più. Una serie di sconfitte continua ha fatto scivolare Romiti e compagni fino all’ultimo posto.

Poi la possibilità di tornare a scalare posizioni con lo scontro diretto in casa con l’Ischia. I rossocelesti vanno in vantaggio di quattro reti, ma poi, incredibilmente, si fanno recuperare dagli isolani. È l’inizio della flessione.

Nemmeno il successo contro il Pescara dà quelle energie per poter recuperare il passivo nei confronti delle dirette avversarie.

Nessuna vittoria esterna, solo un punto fuori casa. Peggior attacco, peggior difesa. La risposta da parte della società riguardo gli aspetti negativi della stagione è stata: stiamo lavorando per far crescere i giovani e i numeri che abbiamo all’interno del gruppo lo sta a dimostrare.

Assolutamente, massima fiducia e tanti auguri di poter tornare ad avere un vivaio vero serbatoio per la prima squadra e che possa garantire un futuro radioso ed eccellente ai ragazzi ed alla società. Ma ad oggi, purtroppo, di risultati se ne vedono ben pochi.

Giovani che sono diventati elementi di spicco della squadra? Oltre a Luca Pagliarini, che compirà 23 anni nell’anno corrente, non abbiamo visto elementi in grado di essere decisivi per le sorti rossocelesti. Forse Valerio Di Bella in alcuni piccoli momenti, ma troppo poco per dire di sì con fermezza.

E di giocatori che hanno avuto la possibilità di andare a provare delle esperienze fuori. Pochi e spesso in contrasto con le politiche della Nc. Anche quando non sono in contrasto cercando di svicolare quando si parla di giocare a Civitavecchia.

E di risultati a livello giovanile? Ovviamente è complicatissimo toccare le vette del passato, ma non si va oltre al terzo posto nel campionato U20 B e a un onorevolissimo quarto posto nel campionato U20 nazionale, dopo una grande cavalcata e un gruppo che ha avuto spiccato senso di sacrificio. I protagonisti di quella squadra? Leonardo Checchini, ora al Vis Nova, Enrico Calcaterra, ora all’Olympic Roma, e Damiano Caponero, in A1 con l’Anzio.

Al di là di qualsiasi discorso, l’aspetto principale è che la Nc torni a essere quel punto di riferimento che è sempre stata per Civitavecchia e non solo. È vero che i problemi del PalaGalli e che le casse languono. Ma dove non riescono ad arrivare i soldi, siano le idee a favorire un percorso nuovo, gioioso, vincente e, magari, un po’ più simpatico.

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