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«Ma è possibile che a Civitavecchia non ci sia un impianto comunale dedicato al pugilato? Non c’è neanche una palestra. Ci andiamo ad allenare a Roma, a Ladispoli, ma non a Civitavecchia». Parole chiare, nette, decise. Sono quelle pronunciate da Emiliano Marsili, che ha voluto prendere la parola al consiglio comunale aperto dedicato all’impiantistica. Si tratta di un personaggio che non ha il minimo bisogno di presentazioni: i giovani che lo scoprono oggi sanno documentarsi tranquillamente su Wikipedia o sui siti specializzati dedicati alla boxe.
E il Tizzo ancora oggi si sente atleta, come si percepisce chiaramente dall’intervento che ha fatto all’aula Pucci. Appena due minuti, è stata la sezione più breve tra tutte le persone che hanno parlato, ma il concetto espresso dal campione europeo non ha bisogno di allegorie poetiche. Civitavecchia ama in maniera verace il pugilato, basta guardare l’attenzione che c’è in città quando ci sono eventi o notizie che riguardano i campioni locali. E quelli del passato sono ancora apprezzati, stimati, amati e ricordati attraverso i racconti sui match dei tempi che furono.
Però la sensazione è che, nonostante ci sia un giovane rampante come Damiano Rizzo, Civitavecchia non stia facendo il suo compito per tornare ai fasti del passato, basti guardare che da Tamagnini a Marsili quel filo civitavecchiese nei contesti che contano non si era mai spezzato.
«Nella mia carriera mi è capitato di prepararmi a match dove c’erano in palio cinture Mondiali ed Europee – ha raccontato Marsili – in uno stanzino dello stadio Fattori, con il ring che non era neanche quadrato, ma rettangolare. Ma non mi sono fermato, ho sempre voluto portare in alto il nome di Civitavecchia nel mondo. Abbiamo portato risultati, dai tempi di Tamagnini fino a me. Se sono arrivati due milioni di euro a Civitavecchia per la riqualificazione per il Fattori è anche grazie a me e all’assessore Scilipoti. Per oltre 10 anni mi sono allenato nella palestra dello stadio e spero che possa riaprire presto. Civitavecchia deve continuare la propria tradizione a livello internazionale, sono pronto a mettere a disposizione le mie conoscenze, ma per giungere a dama servono strutture utili per poter crescere i pugili del domani e togliere ragazzi dalla strada».
Un invito assolutamente da cogliere quello di Marsili, in una Civitavecchia che fatica a rimettere a nuovo gli impianti già esistenti e soprattutto si concentra poco, a parte qualche dichiarazione del delegato Pacifico, ad altre strutture che potrebbero sorgere.
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