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CIVITAVECCHIA – Sul progetto del nuovo Parco Termale di Civitavecchia è calata una stasi che rischia di avere il sapore dell’occasione sprecata. Da quasi cinque mesi, nonostante un investimento privato da 7 milioni di euro già pronto a partire - da parte della famiglia Sensi, da oltre trent’anni punto di riferimento del termalismo con la gestione delle Terme dei Papi di Viterbo – e un piano dettagliato presentato pubblicamente, l’amministrazione comunale non sembra aver compiuto un solo passo avanti. Un immobilismo che stride con l’entusiasmo mostrato da cittadini e imprese. Da Palazzo del Pincio non arrivano segnali: nessun incontro, nessun atto, nessuna parola. Solo uno stallo che preoccupa. Già durante la presentazione pubblica al teatro Buonarroti, l’amministrazione si era mostrata cauta, “un passo indietro” rispetto al clima positivo in sala.
Il sindaco Marco Piendibene, intervenuto quel giorno parlando di “necessità di un accordo procedimentale” per superare la destinazione agricola dell’area e di “complementarietà” tra il progetto privato e quello comunale, aveva comunque messo in evidenza un punto: «Dobbiamo lavorare insieme per accelerare l’iter». La frenata di oggi, a quasi cinque mesi di distanza, appare inspiegabile. «Non c’è alcun motivo per questo stallo. Non conviene a nessuno», afferma oggi Marco Sensi, a nome della famiglia proprietaria delle Terme dei Papi, che insieme allo Studio Apostoli e a Federterme aveva presentato il masterplan. «Un progetto pubblico richiede tempi lunghissimi, diversi da quelli di un’iniziativa privata. E comunque l’uno non esclude l’altra. Ma da luglio nessuno ci ha più contattati».


Intanto, a testimonianza dell’attenzione crescente della città, su Change.org è partita una petizione per chiedere al Comune di avviare subito le procedure necessarie alla realizzazione delle “Terme Imperiali”. Nel testo si sottolineano i punti cardine dell’intervento: vasche termali a diverse temperature, percorsi sensoriali, aree verdi, spazi benessere, un parco di 8 ettari integrato nel paesaggio e collegato alle Terme Taurine. Un progetto definito “sostenibile, realizzabile e portatore di nuova economia e lavoro”, con un appello chiaro all’amministrazione: riconoscerne il valore pubblico e sbloccarne l’iter. Eppure l’impasse resta. Un paradosso, se si considera che il masterplan presentato a luglio tratteggiava un’infrastruttura capace di creare un nuovo polo turistico in sinergia con il porto, con materiali e soluzioni a basso impatto, nuove piantumazioni e il recupero del Casale dei Bagni. Un progetto che, nelle intenzioni dei proponenti, potrebbe essere completato in poco più di un anno dall’avvio dei lavori. Oggi, invece, il rischio è che tutto resti fermo.
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