Londra si aggiudicò i XIII Giochi Olimpici nel 1939. A causa del perdurare della Seconda Guerra Mondiale furono poi annullati, così come i Giochi di Tokyo 1940 a causa della guerra Sino-Giapponese. Nel 1945, finita la guerra, la direzione del CIO decise di dare continuità al processo Olimpico, aggiudicando la quattordicesima edizione alla stessa Londra. In verità, la decisione che fu presa dal CIO era anche una politica e simbolica, in quanto premiava il contributo inglese al conflitto mondiale. In fondo gli inglesi avevano vinto la guerra, e tra i membri olimpici ve ne era uno americano, uno inglese e uno svedese. Tutti a favore degli inglesi. In Inghilterra, però, se c’era chi credeva fortemente che i Giochi potessero essere una rampa di lancio per il turismo e per il rafforzamento delle proprie alleanze, c’era anche chi espresse forti dubbi. La paura più grande era quella di vedere sottratti i fondi per la ricostruzione a favore della manifestazione. Solo grazie all’intervento del CIO e del comitato organizzatore, le polemiche ebbero vita breve, poiché si decise che le Olimpiadi di Londra dovessero avere un budget limitato. Nel 1946, alla sessione olimpica del CIO di Losanna, si dibatté a lungo per non far intervenire ai Giochi i paesi sconfitti del secondo conflitto. Germania e Giappone non furono invitati, con la motivazione ufficiale che i rispettivi CNO (Comitati Nazionali Olimpici) non erano ancora stati riconosciuti dal CIO per mancanza di una propria sovranità territoriale. Ma era ovvio che fu solo un espediente politico. Ancora bruciavano le ferite inflitte dai tedeschi e dai giapponesi. L’odio e il rancore serpeggiavano non solo tra il popolo inglese, ma anche ai piani alti del CIO e del comitato organizzatore londinese. Il sentimento antinazista era ancora vivo e vegeto in una Londra semi distrutta dalla Luftwaffe tedesca.Per quanto in extremis, Austria, Ungheria e Italia ricevettero l’invito e, nonostante furono ospiti non propriamente graditi, non perdettero l’occasione di farsi vedere a Londra in una nuova veste, cercando di redimere la loro, fino a qualche anno prima, immagine di regimi nazifascisti. Anche l’Unione Sovietica non poté partecipare a Londra 1948, non per contrasti internazionali, ma per il fatto che i sovietici non fecero in tempo (o non vollero formare) un CNO per partecipare ai Giochi. Furono presenti, comunque, osservatori sovietici a Londra. Polonia e Cecoslovacchia, al contrario, avendo formato un proprio CNO, andarono nella capitale inglese. A causa della rottura tra Tito e Stalin la Jugoslavia decise per la presenza ai Giochi, fissando quindi un punto di rottura deciso nelle relazioni tra i due paesi comunisti.Assenza importante fu anche quella di Israele. Nonostante avesse una squadra, la mancata partecipazione è da imputarsi alla minaccia di boicottaggio dei paesi arabi. La presenza di Israele avrebbe significato un’implicita ammissione di riconoscimento dello stato ebraico autoproclamatosi solo nel maggio del 1947, qualche mese prima delle Olimpiadi.L’assenza di Germania e Giappone per conseguenze belliche, dell’URSS per motivi burocratici e di Israele per minaccia di boicottaggio dei paesi arabi, portò a un protagonismo americano su tutti i fronti sportivi.
A cura di Damiano Lestingi
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