PHOTO
di MATTEO CECCACCI
Tanti dicono che quando una relazione finisce il dolore non passa mai. Non è vero. La sofferenza può durare a lungo, ma poi piano piano si affievolisce, fino a scomparire. Insieme a rabbia, delusione e rancore. L’importante è credere in se stessi e avere fiducia che le cose miglioreranno.
Questo è il riassunto della storia che la Cosernuoto s’è trovata a vivere da giovedì 4 luglio, data in cui il presidente della società Antonio Parisi tramite un comunicato stampa, come un fulmine a ciel sereno, se ne uscì dichiarando «Constatando che le mie validissime atlete della cosiddetta ‘‘vecchia guardia’’ per motivi impellenti di natura familiare e lavorativa stanno accarezzando l’idea di appendere la calottina al chiodo, alla fine di tutto ho preso una decisione che mai e poi mai avrei voluto maturare: porre fine all’avventura della water polo femminile».
Una nota che lì per lì creò a tutte le pallanuotiste e agli appassionati di questo bellissimo sport dispiacere, tristezza e tanta tantissima amarezza. Parole pesanti come un macigno. Parisi probabilmente avrebbe pagato oro per non dirle ma in quel frangente si sentì costretto, d’altronde c’era lo sconforto post season, viste le tre sconfitte maturate ai playoff disputati a Viterbo venerdì 29 e sabato 30 giugno e in cuor suo il fallimento, tra l’altro il secondo di fila, l’aveva percepito.
Da lì in poi un continuo di interventi, delle giocatrici sia giovani che senior, del direttore sportivo Manrico Tombolelli e di tanti civitavecchiesi che speravano in un ripensamento del numero uno gialloblu. Ripensamento che alla fine c’è stato e pensare che ancor prima era anche venuta a galla l’idea della Snc ma poi tutto è passato in secondo piano quando Parisi, dopo essersi preso una settimana di meditazione, ha deciso di far continuare la storia della Cosernuoto, società nata nel lontano 1998 che ormai da vent’anni opera nel settore del nuoto e della pallanuoto.
Ieri è arrivata l’ufficialità, contornata da sorrisi a trentadue denti di tutta la Civitavecchia sportiva e dell’intera famiglia gialloblu che tra l’altro martedì sera si era riunita in una nota location cittadina per una rimpatriata a sorpresa insieme alle ex compagne e a patron Parisi. «Una serata speciale - ha scritto capitan Venere Tortora su Facebook - per ricordare ad Antonio tutto quello che è riuscito a creare in questi venti anni. Passato, presente e futuro».
Ieri mattina comunque c’è stata la prima riunione che ha portato la formazione del nuovo organigramma societario che vede, oltre ai saluti di Del Duca e Tombolelli, l’ex centroboa della Snc Daniele Lisi diventare allenatore e direttore tecnico mentre Cesare Barbetta direttore sportivo. Due figure a dir poco straordinarie con esperienze nel passato sorprenderti. Basta pensare che Lisi, classe 1979, quarant’anni ancora da compiere, ha smesso di giocare appena quattro anni fa, chiudendo una lungimirante carriera in Sicilia con l’Ortigia in serie A1, mentre alla Snc c’è stato dal 2010 al 2013 dove ha lasciato ricordi bellissimi a tutti i tifosi rossocelesti. Ha anche militato nell’Anzio e giocato con i Black Sharks.
Barbetta invece non ha bisogno di presentazioni, la figura di direttore sportivo sa bene come ricoprirla, d’altronde trent’anni trascorsi in Spagna nell’ambito pallanuotistico sono una garanzia. Barbetta inoltre è stato nell’organizzazione del campionato europeo maschile e femminile di Malaga 2008, direttore sportivo della Fiorentina insieme a Gianni De Magistris e rappresentante di giocatori spagnoli, croati ed italiani. Insomma, un personaggio che nella pallanuoto c’è stato, ci sta e ci starà ancora per chissà quanto altro tempo. Adesso però una cosa è sicura: starà con la Cosernuoto insieme a Lisi e Parisi per rilanciare una storia ventennale che oggi come oggi ha bisogno di scendere in vasche molto più importanti.
«Non posso che essere felice - esordisce il neo allenatore della Cosernuoto Daniele Lisi - per la chiamata ricevuta. Mi entusiasta molto il progetto di quest’anno del club gialloblu. Devo dire però che la pallanuoto femminile è una tradizione che ha una storia che dura da più di vent’anni ma non gli è stata mai data la giusta luce. Non si è mai lavorato al fine di dare la giusta posizione. Sono state emarginate a livello di città. Quello che io vorrei cercare di fare è riportare al centro della città una società storica, perché la Cosernuoto non è nata ieri. Questo sarà il lavoro che insieme a Cesare intraprenderemo. Ad oggi se si vuole vedere una squadra femminile si deve andare a Roma; nel litorale c’è solo la Cosernuoto che è una punta di diamante di Civitavecchia. Anche a livello societario non hanno mai lavorato secondo me in maniera ottimale per dargli la giusta posizione all’interno della città, anche perché ogni ragazza ha una sua storia alle spalle. Queste giocatrici devono avere il giusto metro di giudizio che secondo me al momento non gli è stato mai dato. Il sacrificio che c’è dietro deve essere ripagato. Mi sento di dire che dobbiamo recuperare terreno proprio sotto la visibilità delle ragazze. Questo è l’importante e le ragazze devono essere entusiaste così come i tifosi quando verranno a vedere le partite».
Dichiarazioni chiare e concise che fanno ben sperare.
D’altronde non poteva finire così.
Che l’anno zero abbia inizio.
Bentornata cara Cosernuoto.