La Prima Guerra Mondiale è divenuta famosa per l’utilizzo delle trincee e per l’alto numero di morti dovuti a fame, malattie, freddo e battaglie. Le trincee erano dei piccoli fossi scavati al massimo a 2 metri sotto il livello della terra, lunghi anche centinaia di metri, nei quali gli eserciti cercavano in tutti i modi di resistere all’artiglieria e alle intemperie per mesi e mesi. Alcune battaglie, come quella di Verdun o Yrpes si protrassero per circa due anni, con i due schieramenti bloccati in un lembo di terra di 1 o 2 km, con una “terra di nessuno” in mezzo a loro. Proprio in questo frangente divenne famosa le Tregua di Natale del 1914. Questa consisteva in alcune interruzioni temporanee dei conflitti e delle ostilità, con scambio di doni tra i due eserciti, scatti di foto e anche delle partite di calcio con palloni di pezza rattoppati alla bell’e meglio. Nel 2005 uscì nelle sale cinematografiche anche il film “Joyeux Noel – Una verità dimenticata dalla storia” che racconta esattamente le vicende tra l’esercitò tedesco, francese e inglese durante quei giorni. Lo sport, essendo un settore comune a tutti, riuscì a essere una fattore di spinta per consegnare una pace, seppur temporanea, tra gli schieramenti durante quei freddi giorni natalizi. Questi episodi, però, non ebbero una fine gloriosa, poiché le pacificazioni non piacquero agli alti comandi degli schieramenti. Molti soldati vennero condannati a morte per tradimento e fucilati sul posto, altri morirono durante i combattimenti che ci furono nelle settimane seguenti e altri spediti in esilio o sui terreni di battaglia più cruenti come punizione. Nonostante queste conseguenze, l’idea di come una semplice partita di pallone abbia avuto la forza di fermare una guerra, anche solo per un giorno, rimane come esempio del potere dello sport verso l’umanità.

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