di LUCA GROSSI

CIVITAVECCHIA - Sfogliando parecchi giornali nazionali, in queste ultime settimane, non di rado si è potuto scorgere tra le interviste riguardanti il caso Fini-Tulliani-Gaucci il nome di un civitavecchiese doc: si tratta di Enzo Di Maio, l’unico direttore sportivo professionista della nostra città e soprattutto con un curriculum altisonante ed un attuale incarico in Federcalcio. «Ho collaborato con Gaucci e con i Tulliani per diversi anni- afferma l’ex ds - In particolar modo quando ero alla Sambenedettese avevo come vice presidente proprio quel Gianfranco Tulliani che in queste settimane è al centro della diatriba riguardante la casa di Montecarlo», proprio riguardo alla discussa abitazione monegasca (casa secondo molti svenduta dai possedimenti dell’ex partito del Presidente della Camera e di cui la paternità dell’operazione e gli sviluppi sono ancora da chiarire), Di Maio è sicuro dell’estraneità dei fatti del più piccolo dei fratelli Tulliani: «Molti giornalisti della stampa nazionale mi cercano per chiedermi informazioni su Giancarlo Tulliani, io posso dire che lui sicuramente non c’entra niente per un motivo: è solo un ragazzo, non ha né le doti né le capacità per fare operazioni imprenditoriali di quel livello».
Di Maio, che attualmente collabora con la Federazione Calcio, non si limita a svelare le personalità dei Tulliani ma entra anche nei particolari: «I Tulliani sono una famiglia molto arrivista. Erano una famiglia normalissima, poi sono arrivati alla corte di Gaucci. Da li sono diventati ricchi. La famiglia Tulliani è composta dal padre, persona normalissima, da Elisabetta, bellissima ragazza, il figlio, a cui piace divertirsi come piace a tutti i ragazzi e poi dalla madre, una signora con un carattere di ferro. Pensate che quando riuscì a far acquistare Liverani per 32 milioni di lire ed a rivenderlo a 32 miliardi, Gaucci mi concesse un aumento. La Signora Frau, saputa la cosa, chiamò Gaucci irritata dal fatto che non né era a conoscenza. Gaucci, il proprietario, strillato dalla suocera». Sulle possibilità di un’invasione della famiglia Tulliani nelle scelte del Presidente della Camera che stanno, in questo momento, mettendo in grave difficoltà il governo Berlusconi, Di Maio è deciso: «Guardi al momento, con tutto quello che è stato a loro intestato, credo che i Tulliani siano più ricchi dello stesso Fini. Quindi non sono alla ricerca di denaro. Quello che stanno cercando attualmente lo si vede dalla copertina di “Oggi” di qualche giorno fa, loro ora cercano il potere. Il riconoscimento del loro Status. Le scelte di Fini potrebbero dipendere da questo. La famiglia Tulliani, e le dico questo che finora non ho letto su nessun giornale, nello stato di Famiglia presso l’anagrafe, ha tra i suoi componenti anche l’attuale presidente della Camera. Loro sono cosi, riescono a monopolizzare tutto…». Anche sugli stessi possedimenti e soprattutto sulla vittoria riguardante il SuperEnalotto che Elisabetta Tulliani dice essere sua, mentre l’ex patron del Perugia dice di esserne stato l’autore,l’ex Ds di Lodigiani e Civitavecchia è più che sicuro: «Guardi eravamo in macchina io, il Tulliani, la ragazza di Tulliani ed il massaggiatore della squadra, che tra l’altro è di Civitavecchia. Ad un certo punto Tulliani mi disse: «Guarda che fortuna che ha Gaucci, mi ha appena detto al telefono che ha vinto al Super Enalotto». Me lo ricordo benissimo anche perchè io gli risposi in pieno dialetto civitavecchiese: «Quello se se butta a mare lo ripescano co ‘na zuppa de pesce in bocca». Insomma al centro del caso che sta tenendo in sospeso le sorti politiche del Presidente della Camera, giudiziarie della famiglia Tulliani e governative del Presidente del Consiglio, potrebbero esserci anche le rivelazioni del civitavecchiese Di Maio. «Sulle ambizioni della famiglia Tulliani sono più che sicuro, l’unica cosa a cui non credo è che Giancarlo Tulliani sia al centro di losche vicende di società off shore, non è nelle sue corde. Quando era alla Sambenedettese si occupava esclusivamente di tenere i rapporti con i tifosi, e dopo un pò abbiamo dovuto provvedere a togliergli anche quell’incarico. Contava come il due di bastoni quando regna briscole».
Di Maio è un fiume in piena ed essendo un noto conoscitore del calcio nostrano si apre anche su altri segreti che in questi ultimi anni hanno tenuto in sospeso la cronaca nazionale: «Sono nel mondo del calcio professionistico da tanti, troppi anni. Spesso ho collaborato con Moggi. Anzi a proposito voglio dire una cosa: tutti sapevano come funzionava il sistema calcio perchè è cosi che tuttora va avanti, in tutte le serie. La cosa che mi infastidisce è che ad uscirne pulita sia stata la stessa squadra che grazie a Telecom ha alzato il polverone e che, in quegli anni, faceva giocare un suo giocatore uruguayano (Recoba, ndr) con un passaporto falso. Ma questa è un’altra storia...»

 


CHI E' ENZO DI MAIO -  Personaggio eclettico, sicuramente fuori dagli schemi ma di una indiscutibile competenza, Enzo di Maio è stato il direttore sportivo di diverse squadre di calcio professionistico. Comincia la sua carriera tecnica nel lontano 1968 presso la squadra del Civitavecchia Calcio. Dopo un breve passaggio al Lupa Frascati, ed un ritorno nella natìa Civitavecchia, approda nel 1982 alla Lodigiani dove vede nascere alcuni tra i migliori talenti romani degli ultimi anni.Nel 1994 approda alla Viterbese targata Gaucci. Anche grazie ai suoi consigli Gaucci acquista la San Benedettese facendo un vero e proprio affare. Da quel momento diventa uomo di fiducia del vulanico ex presidente del Perugia. Sempre alla San Benedettese Di Maio viene nominato ancora una volta direttore sportivo, mentre la presidenza della squadra e la vice presidenza vengono affidati ai fratelli Tulliani (Elisabetta e Giancarlo).
Nel corso della sua carriera Di Maio ha selezionato i migliori giocatori che hanno militato nel Perugia calcio nel periodo di gestione dell’ex patron Gaucci, tra tutti quello dell’ex laziale Fabio Liverani. Per diversi anni il direttore sportivo di San Benedettese, Lodigiani e Viterbese ha collaborato con l’ex dirigente juventino Luciano Moggi, poi finito al centro della vicenda calciopoli. In particolare i rapporti personali tra i due portarono a diversi scambi di giocatori in entrambi i sensi tra le squadre nelle quali militavano i due tecnici e dirigenti sportivi.
Attualmente Di Maio collabora con la Federazione Italiana Giuoco Calcio come esperto di Diritto Sportivo. E’ inoltre ai vertici amministrativi dell’Associazione Direttori Sportivi Italiani.